Il mondo sta per cambiare e con lui anche le strade che percorriamo ogni giorno e non sempre in meglio. E questa volta non dipende solo ed esclusivamente dall’uomo.
In Italia, un tema che tiene costantemente banco è quello delle infrastrutture, delle strade e della mobilità. Tre punti in cui il nostro paese intende lavorare nella maniera migliore e più sostenibile possibile in vista del futuro.
E’ una chiara volontà anche – e soprattutto – del ministro per le infrastrutture e la mobilità sostenibili Enrico Giovannini, il quale è consapevole che il rinnovamento delle strade e delle ferrovie italiane dovrà necessariamente passare da una riflessione sul cambiamento climatico.
Ma che cosa significa? Di sicuro, questa riflessione è una chiara conseguenza delle nuove condizioni climatiche in termini di temperatura, innalzamento del livello dei mari, periodi di siccità seguiti da abbondanti temporali, ma anche frane e smottamenti. Tutto questo, per il ministro, è motivo opportuno per pensare di lavorare con largo anticipo per il bene di tutti.
Enrico Giovannini ha le idee chiare sul futuro delle strade e della mobilità in Italia. I prossimi anni dovranno vedere protagonista più che mai la questione della sostenibilità, e molto dipenderà dalle temperature.
Come spiegato dal ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, il rischio che porta l’aumento delle temperature è che i binari delle ferrovie si deformino provocando incidenti.
A questo si aggiungono le buche nelle strade causate dalla pioggia o dal calore eccessivo. Secondo lui, sarà necessario costruire con criteri diversi le strade, adeguando le attuali infrastrutture per renderle meno fragili.
Un grande passo avanti pare essere già stato fatto, e riguarda le opere del Pnrr (Piano nazionale ripresa resilienza) chiamato ad accompagnare il progetto di fattibilità tecnico-economica. Ciò, secondo Giovannini, obbligherà le stazioni, comprese quelle portuali, a porsi questo genere di problemi.
Anche le strade dovranno essere ripensate, sono stati anche introdotti dei premi per quelle imprese che propongono soluzioni che aumentano la sostenibilità, come le nuove tipologie di asfalto o acciaio, ma anche tecniche costruttive che potrebbero restaurare al meglio anche le strade attuali.
Occorre però muoversi in fretta. Secondo il ministro, i cambiamenti climatici in Italia potrebbero produrre danni stimati in due miliardi all’anno fino al 2030.
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Muoversi velocemente, quindi, eviterebbe allo stato costi di aggiustamento decisamente elevati. Poi, una curiosità che dovrebbe motivare tutte le aziende a prevenire questi lavori: il ritorno dell’investimento fatto sarebbe altamente positivo. Per un euro speso contro la “crisi climatica”, da qui al 2050 i benefici sarebbero quasi di cinque euro.
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