Ai lettori più giovani ma pure a molti di quelli più attempati, il nome Studebaker potrebbe non dire niente. La casa è solo l’ultima vittima dello spietato mercato automobilistico nord americano.
Non è la prima volta che ci troviamo a parlare di un marchio statiunitense che ha prodotto automobili per lungo tempo prima di sparire nel nulla, al punto che oggi pochissimi lo ricordano. Eppure la casa Studebaker, una delle più antiche in tutto il Nord America, non avrebbe meritato una fine così ingloriosa come quella che la tagliò fuori dal mondo dell’auto negli anni sessanta.
Fondata in una sperduta contea dell’Indiana nel lontanissimo 1852, Studebaker fu a lungo un marchio di rilievo nell’industria americana, specie agli inizi del 900 quando presentò le sue automobili più di successo. La concorrenza spietata di colossi come AMC e GM – tutti cresciuti esponenzialmente nel tempo – iniziò però a minacciare l’esistenza stessa del marchio che nel 1959 cercava di riprendersi il mercato con la originale Studebaker Lark.
Nel 1963, la casa puntò il tutto per tutto su una coupé sportiva con una linea molto, molto originale, ossia la Avanti. Già dal nome si può intuire che l’auto fu qualcosa di molto avveniristico, anche solo sotto il profilo del design. Purtroppo, come spesso accade in questi casi, l’originalità non venne premiata…
La peculiare linea della Studebaker Avanti, presentata ufficialmente al Salone di New York del 1962 prima di entrare in produzione l’anno successivo è opera niente poco di meno che di Raymond Loewy, disegnatore dell’iconica bottiglia della Coca Cola in vetro. La casa ingaggiò questa personalità di spicco per dare una linea originale alla Avanti, cosa che effettivamente successe.
Inizialmente accolta con entusiasmo dal pubblico nonostante le immancabili critiche sulla linea, ritenuta troppo azzardata dai soliti critici dell’epoca, l’auto venne pure acquistata dalla mente dietro la saga di 007, Ian Fleming. L’interesse verso la vettura crebbe alle stelle quando arrivò la notizia che sarebbe stata approntata una versione con un V8 da 289 cavalli, capace di spingere la sportiva a ben 200 chilometri orari nonostante le dimensioni ridotte.
L’auto però non incontrò il successo sperato: purtroppo, la gattina frettolosa fa i cuccioli ciechi e Studebaker spinse troppo sull’acceleratore, inserendo l’auto sul mercato quando ancora soffriva di alcuni problemi meccanici che avrebbero potuto essere risolti da qualche test preliminare più accurato.
La concorrenza spietata della Mustang, molto più accessibile come prezzo, condannerà al fallimento il marchio ma non la Avanti: l’auto infatti verrà tenuta in vita da una società collaterale nata dalla Studebaker fino al 1982, grazie anche alla versione II equipaggiata con il motore da 300 cavalli della Corvette.
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A inizio anni ‘80 nonostante gli sforzi, si conclude ingloriosamente la lunga e importante storia di un marchio leggendario che ci ha lasciato così, con l’amaro in bocca. Erano state costruite meno di 5.000 Avanti.
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