Il mondo dell’automobile è sempre più in bilico. Nonostante il Coronavirus sia entrato nelle nostre vite da più di due anni, la situazione non accenna a migliorare. Lo sa bene il settore dell’automotive.
Il mondo dell’automotive è in crisi. Più nello specifico, quello della vendita e della produzione delle automobili. Questo a causa della pandemia dovuta al Coronavirus, che ha influenzato settori su settori in tutto il mondo. Come non evidenziare infatti la crisi dei chip che ha avuto davvero un grave impatto nel mondo delle quattro ruote.
Sia dal punto di vista della produzione che da quello dei costi. Nel 2021, l’automobilismo ha infatti pagato a carissimo prezzo ritardi e valore dei veicoli nuovi, che è aumentato di circa tredici volte rispetto alle auto usate. Lo ha rivelato l’Osservatorio Autopromotec, la maggiore rassegna internazionale di attrezzature per officine ed aftermarket.
Auto nuove, quando le novità fanno venire i brividi: 2021 da incubo
Nel 2021, i prezzi relativi alle automobili hanno fatto veramente poco sorridere. Le aziende che si sono occupate di produrre e vendere veicoli ed i consumatori, hanno dovuto affrontare una situazione davvero complicata. In Italia, ad esempio, i prezzi sono mediamente aumentati del 2,6% rispetto a due anni fa.
Come se non bastasse, il tasso di inflazione è salito dell’1,9%. Anche il prezzo delle automobili usate è cresciuto (0,2%). Nel 2021 sono aumentati pure i prezzi dei servizi di manutenzione e riparazione dei mezzi di trasporto privati (1,4%). I dati sono stati elaborati basandosi sugli indici Istat dei prezzi al consumo e la ricerca è stata realizzata dall’Osservatorio Autopromotec, come dicevamo.
Nel primo semestre 2021 il bilancio parziale dei prezzi aveva addirittura visto un aumento del 2,8% per le auto nuove ed un calo dello 0,3% per quelle usate – prendendo in considerazione il solito periodo del 2020.
Nel secondo semestre, la crescita dei prezzi per le novità del mercato è per fortuna rallentato, anche se i prezzi delle vetture usate ha continuato a salire (pure per la mancanza di materiale per costruire auto nuove).
In dati, tutto ciò si trasforma in variazione dell’andamento di manutenzione (+1,4%), lubrificanti (+1,2%) e pezzi di ricambio ed accessori vari (+0,9). Tutto questo rispetto a ben due anni fa.
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Una situazione che ovviamente non agevola il lavoro di aziende e per altrettanti chiari motivi non può neanche soddisfare i consumatori. Difficile dire quando il tutto migliorerà; di certo, il Coronavirus non se n’è andato. Non lo ha fatto nemmeno dal punto di vista economico. E purtroppo, molti settori (quello dell’automobile compreso) lo hanno capito ampiamente.