La maggior parte delle aziende automobilistiche sembra essere sulla strada dell’allineamento e dell’adeguamento. Ma c’è chi dice no. Scoppia il caso in Europa.
Un po’ tutte le case automobilistiche si sono ormai rassegnate. Con gradualità, con date variabili, spesso controvoglia, ma praticamente tutte stanno ormai organizzando la riconversione delle proprie produzioni. Per abbandonare definitivamente la realizzazione di motori termici.
Il mercato dell’automotive si è sostanzialmente allineato (o, forse, rassegnato) all’intransigenza dell’Europa, che ha fissato nel 2035 l’anno limite per l’abbandono dei motori endotermici. Una politica, quella dell’UE, volta a dare una “svolta green” per combattere l’oggettivo decadimento ambientale che sta avendo il nostro pianeta.
Dopo le prime resistenze, le case automobilistiche stanno facendo buon viso a cattivo gioco. Ed è un continuo di annunci sulla riconversione, su nuovi modelli in arrivo. Talvolta anche con date in anticipo rispetto ai tempi graditi all’Europa.
Il diktat della Commissione Europea ha un nome: si chiama Fit for 55. A partire dal 2035 non potranno più essere commercializzate auto alimentate a diesel e benzina. 13 anni sembrano tanti. Ma nel mondo dell’automotive sono pochissimi perché i grandi brand devono programmare per poter essere competitivi.
Molto, va detto, fa anche parte di una strategia di marketing. Dato che, anche grazie agli incentivi, i dati recenti ci dicono che i consumatori stanno virando verso l’ibrido e l’elettrico puro. Ma c’è qualcuno che non molla.
La maggior parte delle aziende automobilistiche sembra essere sulla strada dell’allineamento e dell’adeguamento. Poche le sacche di resistenza. Negli scorsi mesi vi avevamo raccontato di Renault. Gli altri più proni alle direttive UE. Ora, però, interviene un altro colosso dell’automotive. Parliamo addirittura di Volkswagen.
Parole che arrivano per bocca di Herbert Diess, AD del Gruppo Volkswagen. La posizione di Diess è netta: “Pensare di dire addio ai mezzi con motore termico è semplicemente impossibile”. Diess parla numeri alla mano, sostenendo come in Europa vi sia una quota di mercato di circa il 20%. Affinché questa quota sostenga l’obiettivo del 50% di veicoli elettrici sarebbero necessarie sei Gigafactory. Da rendere operative entro cinque o sei anni. Semplicemente impossibile. Per la realizzazione, per i costi, per lo spostamento di materie prime.
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L’AD è durissimo. E se la prende anche con le altre aziende, a suo dire troppo remissive rispetto agli ordini dell’Europa, fissando delle scadenze per stoppare la vendita di auto termiche: “È una decisione che una casa automobilistica non può prendere da sola perché il lancio dei veicoli elettrici dipenderà dalla legislazione e dall’aumento delle energie rinnovabili. Non ha senso elettrizzare il mondo della mobilità se prima non rendiamo neutrale dalla CO2 il settore primario”.
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