Il preparatore Abarth non sarà famoso per vetture dalla velocità supersonica come Ruf o Mansory ma ha qualcosa che molti non hanno: uno stile impressionante, guardate cosa fece alla Barchetta.
Il preparatore Abarth, ormai parte stabile e fondamentale del Gruppo Fiat con il ruolo di rendere “cattive” le utilitarie del marchio che tra i loro tantissimi pregi non hanno la potenza e il numero elevato di cavalli. Sono tante le vetture del marchio torinese passate per il preparatore italo-austriaco, anche le più insospettabili auto prodotte negli anni 90.
Prodotta dal 1994 al 2005 e ispirata con grande probabilità alla Fiat X1/9 – anche se l’auto doveva sostituire la Fiat 124 spider in realtà – la Fiat Barchetta rimane uno degli esperimenti più interessanti creati dal marchio italiano nel corso degli anni 90. Anche quest’auto non è “scampata” al tuning estremo creato da Abarth proprio mentre la vettura viveva il picco della sua carriera quasi decennale.
Con una potenza modesta di 130 cavalli, la Barchetta era capace di fornire prestazioni convincenti, staccando un ottimo 0-100 in circa 9 secondi nonostante il peso superiore alla tonnellata. Prestazioni comunque lontane da quelle di certe sportive dell’epoca come una Lotus Elise. La Abarth Stola Monotipo nacque probabilmente per rimediare a questo “problema”, se così vogliamo considerare questa lieve mancanza di brio.
“Mono” di nome e di fatto
La concezione della Abarth Monotipo risale al 1998, anno in cui il designer Aldo Brovarone con un’esperienza lavorativa presso i prestigiosi studi di Pininfarina alle spalle decise di buttare giù una bozza per il progetto. Se alla base la vettura era essenzialmente una Barchetta, il suo aspetto finale ricorda neanche troppo vagamente quello di una Porsche 959. Il frontale ricorda più quello di certe Alfa moderne.
La Monotipo rappresenta un unicum nella produzione Abarth intanto letteralmente, perché dell’auto venne approntato un singolo prototipo, e poi perchè un aspetto del genere non ricordiamo di averlo mai visto su una vettura del brand italo-austriaco. Probabilmente, questo deriva dall’importante ruolo avuto dalla carrozzeria Stola in questo progetto al punto che Abarth dovette chiedere il permesso per mettere il suo marchio sull’auto.
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La vettura montava freni Brembo di derivazione Ferrari: questo la dice lunga sulla sua potenza, garantita da un motore a quatto cilindri capace di erogare ben 330 cavalli. La velocità massima dichiarata dell’auto è di ben 290 chilometri orari, il che la rende a mani basse la Barchetta più veloce mai costruita. O almeno, l’auto basata su questo modello Fiat più cattiva di sempre.