La sicurezza stradale è uno dei maggiori temi in Italia e non solo. Ma non sempre le sanzioni sono facili da comminare per un motivo ben preciso.
La sicurezza in strada è molto importante per le forze dell’ordine. D’altronde, negli ultimi anni non sono mancati gli incidenti tanto gravi – finiti spesso in tragedia – quanto evitabili. In altri casi, comunque, per fortuna non si arriva a tanto e viene limitato tutto con una multa. L’esempio per eccellenza è quello delle sanzioni per eccesso di velocità.
Anche in questo caso, però, l’esito non è sempre scontato. Non basta infatti l’indicazione del tachimetro del mezzo di servizio, quando gli agenti inseguono un veicolo che va troppo veloce e ne multano il conducente per eccesso di velocità. In assenza di altri elementi, quindi, è prevista una “leggera” multa per guida pericolosa. Almeno questo dice un’ordinanza del 14 gennaio.
Le multe per eccesso di velocità, per più motivi, sono fra quelle più comminate in assoluto. In certi casi sono davvero salate ed in altri il prezzo da pagare per i limiti imposti dal codice della strada è meno ampio di quanto si possa pensare.
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Prendiamo per esempio una squadra di Carabinieri di Porto Viro a Rovigo, che si è messa ad inseguire un’automobile che aveva decisamente superato il limite (160 chilometri orari).
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Le sanzioni, strano ma vero, in situazioni come queste non sono affatto pesanti. Ed infatti la multa comminata è stata di 42 euro – che diventano 87 se ci sono curve o incroci, ma anche forti discese, scuole, edifici, passaggi stretti o se il mezzo viaggia nelle ore notturne.
Nessuna conseguenza per la patente del conducente, dato che non è prevista né una sottrazione di punti né tantomeno la sospensione. Se è invece dimostrabile un notevole superamento dei limiti di velocità, il discorso cambia; chi supera il limite di 40 chilometri orari, deve pagare 543 euro, perde sei punti dalla patente e la stessa gli può essere sospesa fino a tre mesi.
Se si va oltre il limite di almeno 60 km/h, invece, 845 euro da pagare, 10 punti e patente sospesa da sei a 12 mesi. Il problema però è che, secondo la cassazione, il tachimetro da solo non può essere una fonte che certifica una esagerata velocità di un veicolo.
Può diventare una prova valida se accompagnata da altri parametri oggettivi (anche se ad oggi non sono mai stati specificati dalla cassazione stessa).
Morale della favola, la corte di cassazione annulla la sanzione e lascia tutto in mano al tribunale. Le forze dell’ordine non devono però disperare, perché non pare impossibile dimostrarlo anche senza la rivelazione di un autovelox.
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La perizia deve essere in grado di ricostruire con assoluta certezza la velocità, soprattutto dopo un incidente. Oppure recuperare immagini dalle videocamere di sorveglianza. Ed ancora, riportare sul verbale varie osservazioni. In questi casi, il guidatore non se la caverà di certo con pochi euro…
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