Il marchio BMW ha spesso scelto soluzioni stilistiche molto basilari, andando sul sicuro con i modelli più famosi. Ma sappiamo bene che quando si parla di concept car, non ci sono regole.
Il marchio BMW ha recentemente spaccato a metà gli appassionati del marchio presentando una soluzione stilistica davvero strana sulla sua ultima M3, una vettura sportiva con prestazioni da supercar che però rischia di diventare la Edsel della casa bavarese.
Ma nella storia recente del marchio, come abbiamo già visto, il marchio ha spesso spinto un po’ sul pedale, presentando delle vetture innovative pronte ad osare anche parecchio sotto il profilo del design, basti pensare alla Mille Miglia.
Tra queste vetture, come non ricordare la coupé che prende spunto dalla straordinaria Z8 e che porta uno dei nomi più strani tra tutte le vetture bavaresi? Vi presentiamo la BMW Birusa di inizio 2000, un’auto che merita sicuramente qualche riga, dopo anni di oblio.
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Già il nome dice tutto
Presentata nel 2003 al Salone di Ginevra, la Birusa si distinse subito per il suo particolare design, una creazione di Bertone. Il nome dell’automobile si rifà ad un’espressione del dialetto piemontese che significa “Audace”: tutto nasce da un’omaggio al pilota Eva Marzone, una celebrità degli anni 30 che portava questo soprannome per la sua audacia in pista.
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La Birusa viene da un tempo in cui il motore elettrico non era ancora così importante: montava un bel V8 da 400 cavalli associato ad un cambio a sei marce. L’auto presentava un sistema di controllo vocale e soprattutto delle fantastiche portiere ad ala di gabbiano incastonate nel telaio con un rivestimento in PVP, una soluzione che sinceramente ci saremmo aspettati dalla rivale Mercedes- Benz.
Nonostante le caratteristiche molto interessanti, la Birusa rimase allo stadio di prototipo, come succede nel 90% dei casi con una concept car. Alcune delle soluzioni stilistiche, in minima parte, si trovano sulle successive coupé del marchio. Conoscevate già questa vettura?
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