Il giovane Marco è rimasto in coma per circa due mesi dopo un incidente. Tutti temono il peggio. Ma accade qualcosa di magico
Marco Simoncelli è rimasto nel cuore di tutti noi. Non solo per il suo grande talento sportivo. Ma anche per le sue spiccate doti umane. Per il suo sorriso, per la sua voglia di vivere. Un campione che se ne è andato troppo presto, un giovane che serviva ancora, e tanto, al mondo dello sport. Adesso il Sic potrebbe aver salvato una vita.
La carriera di Marco Simoncelli
Campione del mondo della classe 250 nel 2008. Conosciuto fra gli appassionati con il nomignolo di Sic o SuperSic, è morto a 24 anni durante il Gran Premio della Malesia, sul circuito di Sepang. Nel 2014 è stato inserito nella Hall of Fame del motociclismo, ricevendo il riconoscimento postumo di MotoGP Legend, e nel 2016 è stato deciso il ritiro del suo numero di gara.
Nella sua carriera ha corso per Aprilia, Gilera e Honda. Complessivamente, nel circuito del Motomondiale ha disputato 151 gare, vincendone 14 e ottenendo 51 podi. Insomma, un talento cristallino, che non doveva terminare la propria bellissima corsa a 24 anni sul circuito di Sepang.
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“Ho visto Simoncelli”
Il Sic è rimasto nel cuore di tutti noi. Oggi potrebbe aver fatto un “miracolo”. Il racconto che vi proponiamo, infatti, ha del miracoloso. Ma non dell’incredibile. Per chi crede a quello che può esserci dopo la morte. Ma anche per chi crede alla forza dello sport.
Il protagonista è Marco Sias, un 20enne sardo, di Iglesias. Il giovane Marco è rimasto in coma per circa due mesi dopo un incidente in monopattino. Il ragazzo si era fratturato il cranio e aveva subito due emorragie cerebrali. Settimane di apprensione tra i parenti e gli amici, ma anche nella piccola comunità sarda.
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Poi il miracolo. Il risveglio. E, ovviamente, la gioia di tutti. Ma non finisce qui, perché il giovane Marco Sias, una volta risvegliatosi ha fatto un racconto che va ben oltre lo scibile e il paranormale. “Mi è apparso in sogno un ragazzo con la chioma bionda e riccia in sella a una moto – ha raccontato al quotidiano L’Unione Sarda – sul naso aveva un cerottino e sulla moto era impresso il numero 58”.
Un identikit chiarissimo. Era lui, era Marco Simoncelli. Che, come un angelo custode, avrebbe detto al giovane che si sarebbe risvegliato. Un fatto reso ancor più miracoloso dalla circostanza che il giovane in coma non fosse un grande fan del motociclismo.
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Ma gli angeli custodi sono così… E quelli come Marco Simoncelli sorprendono, proprio come faceva in pista.