Se pensiamo alla Lancia Delta ci viene in mente sicuramente prima la famosa Integrale rispetto a questo “sequel” che non ha rispettato proprio tutte le promesse fatte agli appassionati.
La Lancia Delta è una delle vetture più famose nel nostro paese, una vera icona dello sport Made in Italy che abbiamo esportato in tutto il mondo anche grazie ai campionati WRC del Gruppo B. Ma in pochi ricorderanno l’omonima vettura che ebbe il gravoso compito di non far rimpiangere la Delta Integrale ai fans del marchio.
Correva l’anno 1993 quando Lancia decise di giocarsi il tutto per tutto, introducendo la sostituta della Delta: prodotta presso gli stabilimenti di Pomigliano D’Arco, l’auto ricordava più la Lancia Beta, una vettura non certo famosa per la sua affidabilità piuttosto che la Delta originale.
Da subito, la linea dell’automobile non convinse tanti fans: essi ritenevano che Lancia si fosse discostata troppo dalla Delta originale, qualcosa di simile a ciò che successe con la BMW 318 E36. Nonostante ciò però, la Delta aveva ancora un asso nella manica.
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La Lancia Delta HPE del 1995 era un piccolo prodigio del marchio italiano con un bel motore da quattro cilindri capace di erogare 186 cavalli: una potenza decisamente elevata sia per l’epoca sia per un’automobile con dimensioni così contenute e un peso di poco superiore alla tonnellata.
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Il risultato era uno 0-100 ottenibile in 7,5 secondi, prestazioni di tutto rispetto anche nei confronti di certe blasonate supercar del periodo. La velocità massima si attestava a 220 chilometri orari. Una vettura estremamente interessante che mostrava pure qualche piccolo intervento estetico assolutamente gradevole, come i cerchioni speciali.
Alla fine, la Delta uscì di produzione nel 2000 dopo aver venduto più di 131.000 esemplari: la vettura non si può certo definire un insuccesso commerciale, anche se non viene quasi mai citata tra le migliori auto del periodo. Almeno, con queste righe siamo riuscite a ridarle il lustro che merita.
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