Negli anni 90 sono state immesse sul mercato talmente tante supercar da brividi che questa, nonostante la sua importanza per il mondo dell’auto, è sparita dai radar. Andiamo a scoprirla.
Gli anni 90 sono stati una vera fucina di automobili incredibili e non stiamo parlando solo per pura nostalgia. Auto come la McLaren F1 e la Ferrari F40 sono semplicemente indimenticabili e occupano un posto di rilievo nel cuore degli appassionati che le hanno anche solo guidate una volta in leasing.
Ma tra le supercar di quel periodo, la Jaguar XJ220 occupa un posto speciale che purtroppo al giorno d’oggi non sempre le viene riconosciuto. Quest’automobile nacque nel 1980, al livello concettuale, quando il marchio si portò avanti con un progetto capace di competere con le rivali Porsche e Ferrari nel decennio successivo.
L’automobile arrivò nel 1990, proprio ad inizio decennio: fondamentale nella sua creazione fu il Gruppo del Sabato, un circolo di dipendenti della casa che si vedevano proprio quel giorno della settimana con il solo scopo di elaborare una supercar ad alte prestazioni. Vediamo come si comportò sul mercato.
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Il giaguaro più aggressivo della storia
L’automobile non ebbe una genesi facile: inizialmente progettata per montare un motore V12, la XJ220 prodotta in serie montava invece un V6 sovralimentato, senza risentire per niente di questa modifica. L’auto toccava i 320 chilometri orari e fu a lungo l’automobile più veloce al mondo prodotta in serie, prima della McLaren F1.
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I primi clienti ad ordinare l’auto nella sua livrea grigio canna di fucile furono il Sultano del Brunei, grande appassionato di auto sportive, e la leggenda della musica mondiale Elton John. Oltre loro, solo altri 279 fortunati ottennero la loro XJ220 prima che uscisse di produzione.
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La vettura aveva qualche piccolo problema meccanico, dovuto pure al fatto che Jaguar non aveva mai prodotto un motore V6 prima, ma generalmente fu molto apprezzata dai fortunati clienti che la poterono guidare. La sua linea spaziale, assolutamente fuori dal comune è ciò che la fa risaltare su strada, ancora oggi a trent’anni dalla sua nascita.