Seat prova a innovare con un progetto pilota detto Diana Prototype che unisce la guida autonoma alla mobilità urbana intelligente.
Seat prova a innovare il campo dell’automotive, e in particolare quello legato alla guida autonoma, ovvero il più difficile in assoluto, ma anche quello che più di ogni altro può portare a incredibili benefici per guidatore e passeggeri.
Dalle idee dell’azienda spagnola nasce Diana Prototype, macchina innovativa che prova a cambiare già dal suo nome. Infatti, con questo ci si rifà alla dea romana della caccia, e le frecce che scocca la vettura sono quelle che indicano la mobilità del futuro.
Questo, come suddetto, prevede l’unione della guida autonoma e di un’intelligenza che permetta di migliorare il contesto urbano a quattro e anche a due ruote. Inoltre, Diana è stata concepita direttamente dal CTAG (Centro Tecnolóxico de Automoción de Galicia), che per costruirla ha usato la piattaforma Seat.
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Diana Prototype, caratteristiche
Quello che è stato fatto per arrivare a Diana Prototype è prendere una Seat Leon e dotarla di una serie di sensori lidar, cioè di navigazione e localizzazione. Ma non solo, sono stati montati anche dei radar, delle telecamere, sensori a ultrasuoni, e computer vari per avere una visione a 360 gradi.
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Tramite tutta questa tecnologia, l’auto sa perfettamente dove si trova e se sono presenti ostacoli, dove essi sono posti. In pratica, da sola, la vettura sa quando sterzare, quando frenare e quando accelerare, persino quando cambiare marcia.
Diana ha ben tre funzioni: Chaffeur Autonomo, quando l’auto ha il controllo in caso di traffico a bassa intensità e per lo start and stop; Automated Valet Parking, per parcheggiare senza conducente; Summoning, che tramite app prende il proprietario e lo porta a destinazione. Al momento, questo prototipo si trova al livello 3 di guida autonoma, ma in futuro potrebbe arrivare anche a quello massimo.