Negli anni 30, la tecnologia dell’epoca presentò qualcosa di innovativo e mai visto prima. Se oggi un’auto simile è già in produzione in Cina, immaginatevi lo shock del pubblico novant’anni fa!
Vi siete mai chiesti perchè certi marchingegni sono costruiti in un certo modo? Perché ad esempio un carro armato ha i cingoli, perché un frigorifero è di forma rettangolare o perché un’automobile si sposta necessariamente su quattro ruote? La risposta a quest’ultima domanda è “non è detto”.
Nel 1930 infatti, tra lo shock della popolazione locale, lo scienziato britannico John Archibald Purves riuscì a brevettare una “vettura” come mai se ne erano viste prima di allora. A vederla adesso, la Dynasphere fa sorridere, specie in quelle assurde foto in bianco e nero.
La creazione dell’ingegnoso Purves sembra a tutti gli effetti una di quelle ruote in cui corrono tutto il giorno i criceti. Eppure, la creazione dello scienziato è stata recentemente ripresa da un ingegnere cinese che ha pure ottenuto il permesso di produrre in serie la sua creazione: forse, non fa poi così ridere, anche perché il principio alla base di queste vetture è davvero complesso.
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La Dynasphere montava un motore da due cilindri capace di erogare 6 cavalli, elettrico o a gasolio. Il principio alla base del mezzo era ispirato da un disegno di Leonardo Da Vinci che già secoli prima aveva teorizzato la possibilità di muoversi su una struttura rotante.
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Essenzialmente, la Dynasphere era costituita da due “anelli”, l’uno inserito sui binari dell’altro: sul primo anello sedeva il guidatore che restava quindi al suo posto mentre la forza impressa dalla rotazione del primo scomparto, spingeva l’anello più esterno a rotolare, proiettando il veicolo in avanti alla velocità di circa 40 chilometri orari.
La vettura superò i test su strada e la stampa la definì: “Il futuro dell’automobile”. Ma allora perché l’invenzione non ebbe seguito? Semplicemente, la Dynasphere aveva un gravissimo problema: non poteva sterzare. Essendo costituita da un unica struttura priva di ruote sterzanti, poteva andare solo avanti o indietro. Alla fine, ne vennero ultimati solo un paio di prototipi, poi accantonati.
La Ford riprese l’idea con la Gyro nel corso del 900 mentre l’attuale erede spirituale del veicolo costruita in Cina ovvia al problema del mezzo montando una ruota frontale che può sterzare. Incredibile pensare che qualcosa di così avanti sui tempi risalga ormai a novant’anni fa.
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