Il mondo dell’automobile continua ad evolversi mano a mano che il tempo passa. Ma importanti novità potrebbero cambiare molte cose da qui in avanti.
Comprare un’automobile è un’usanza che va avanti da tantissimi anni, per il bene del mercato dell’automobilismo. Anno dopo anno, sempre più evolute e prodotte; con l’avvento del Coronavirus, le cose sono leggermente cambiate. Le aziende, infatti, in Italia come nel resto del mondo, hanno faticato a ripetere la produzione degli anni passati.
C’è stata infatti una vera e propria carenza globale di chip semiconduttori che venivano forniti principalmente dal sud est asiatico, zona del globo in cui il virus ha riscontato tantissimi casi. Questo ha quindi costretto le case costruttrici a tagliare di netto la fabbricazione di veicoli. Ad esempio, nello stabilimento Ford di Kansas City i dipendenti sono stati “licenziati” per una settimana, in attesa che arrivi il materiale adeguato per la costruzione delle auto.
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General Motors ha annunciato che interromperà la produzione dei propri veicoli elettrici che richiedono dei chip per determinate funzionalità, in particolare la costruzione di Chevrolet Bolt EV ed EUV. Ed ancora, Toyota vuole ridurre la fabbricazione delle sue auto in tutto il mondo del 40% (140.000), pure Honda e Volkswagen faranno lo stesso. Ed oltre a ciò, come se non bastasse, anche i prezzi non aiutano chi lavora “dietro le quinte” come i clienti.
La produzione limitata non è l’unico problema per l’automotive. Anche l’aumento dei costi risulta essere penalizzante per il mercato auto, considerando i prezzi dei veicoli nuovi ed usati; JD Power ha riportato che negli Stati Uniti il prezzo medio dei veicoli nuovi è salito fino a 41.000 dollari a luglio (+17%), mentre quelli usati del 21% rispetto a giugno 2020.
Molto, comunque, dipende anche dalla domanda e ai limiti dovuti ai chip mancanti. Ciò significa che difficilmente i prezzi si abbasseranno presto dato che per costruire e consegnare nuovi chip sono necessari almeno sei mesi. Un gravissimo problema, perché le aziende non riescono a concludere i progetti ed a stare al passo delle richieste dei clienti, e questo si evince dal fatto che le case costruttrici produrranno in meno quasi quattro milioni di veicoli rispetto a quanto previsto.
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Ma come si fa ad evitare una tale crisi? Alcune imprese sono al lavoro per adottare strategie a breve termine come accumulare trucioli e destinarli ai veicoli che fanno ottenere più profitto possibile e che i consumatori sono disposti ad acquistare. Rimane il problema relativo alla sicurezza e all’innovazione che solo i materiali “vecchi” riescono a concedere costantemente a fronte di tempistiche completamente differenti (tre settimane ad otto). Insomma, una situazione che mette in guardia anche l’Italia e che ogni produttore del mondo potrebbe seriamente prendere in considerazione.
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