Clamorosa comunicazione del ministro per lo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti. Si rischia l’incidente diplomatico?
Sarà il futuro a dirci se si possa parlare effettivamente di un incidente diplomatico. O se le posizioni, con il tempo, si appianeranno. Di certo la posizione assunta dall’Italia nei confronti dell’Europa è inaspettata. E fa discutere.
Come è noto, da mesi l’Europa insiste per effettuare quella svolta green richiesta da più parti. E che ha come principale “avversario” il mondo di motori e dell’automotive. Indicati (secondo qualcuno in maniera immeritata) come i principali fattori di inquinamento, tramite le emissioni di CO2 e, quindi, di riscaldamento globale.
Da mesi, infatti, viene individuato nel 2035 il termine ultimo per lo stop alla vendita di auto a benzina e diesel. La Commissione Europea non molla la sua linea contenuta nel pacchetto di riforme climatiche “Fit for 55”.
Ma l’Italia non ci sta. E lo fa sapere, con nettezza, attraverso uno dei suoi più importanti esponenti di Governo. Il Ministro per lo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti.
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Il ministro Giorgetti ha scelto il luogo più solenne per esprimere la posizione del nostro Paese: la Camera dei deputati. Il responsabile del MISE ha risposto al question time a Montecitorio e ha detto senza mezzi termini che l’Italia chiederà una revisione del pacchetto stilato dall’Europa per favorire una gestione della transizione ecologica.
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L’obiettivo dell’esponente leghista è quello di tutelare l’industria automobilistica italiana. Che, ovviamente, porta con sé anche una serie di questioni di tipo sociale ed economico. Oltre che ambientale.
Qualcuno si era sorpreso sulla posizione iniziale dell’Italia, dato che il nostro Paese non sembra ancora pronto ad affrontare la transizione. Mancano 14 anni, ma nel mondo dell’industria e dell’economia non sono tantissimi.
Insomma, nonostante il mercato delle auto elettriche non vada poi così male, il Governo italiano vuole andarci con i piedi di piombo. Avendo peraltro fiducia su ricerca e sviluppo riguardanti altri combustibili non fossili, che potrebbero comunque avere un buon impatto sull’ambiente.
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