Il motociclismo come l’automobilismo hanno un mercato interamente dedicato ai veicoli del passato. Peccato che, almeno a due ruote, qualcuno voglia cambiare tutto.
Il tempo passa inesorabile per tutti e per qualunque cosa. Anche per i veicoli storici, che rimanendo fermi agli anni passati rischiano di essere completamente investiti – nel senso negativo del termine – dall’innovazione e dalla tecnologia che vede in primo piano l’elettrico. A farne le spese, ovviamente, sono i consumatori.
Moto storiche, l’ultima proposta del governo fa discutere i nostalgici
Novità, tecnologia, innovazioni. Le tre parole che descrivono questo periodo storico e ciò che sotto quasi ogni punto di vista sembra la strada da percorrere senza se e senza ma. Arriva infatti un’altra proposta da parte del governo italiano che verrebbe emanata per il bene della transizione ecologica, e un po’ meno per quello delle motociclette storiche.
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L’emendamento è stato firmato da Gianni Pittella, Daniele Manca (Partito Democratico), Silvia Vono (Italia Viva), Patty L’Abbate e Gabriele Di Girolamo (Movimento 5 Stelle). Questi onorevoli intendono eliminare l’esenzione del pagamento del bollo di tutti i proprietari di moto storiche. Così facendo, i possessori delle moto che hanno superato i 30 anni di vita dovrebbero pagare la tassa di possesso e l’addio al cosiddetto “privilegio” sarebbe pressoché automatico.
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Per chi possiede invece veicoli che non hanno più di 30 anni alle spalle, la decisione varierebbe da regione a regione. Questo “piano” avrebbe l’obiettivo di ridurre il più possibile le emissioni di carburante. Una decisione che, se presa seriamente in considerazione, danneggerebbe non poco il mercato del motociclismo storico che continua ad essere importante e florido e, peraltro, produce una bella fetta di economia che fa comodo anche allo stato.
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Il rischio, da evitare in un senso o nell’altro, è di ritrovarsi ad essere carnefici di un mercato al ribasso che non fa bene a nessuno: se poi l’alternativa scelta è quella di rompersi le ossa finché non rimane più niente, beh, il discorso allora “cambia”.