L’automobilismo è rimasto trafitto, come tanti altri settori, dal Coronavirus e sta cercando di riemergere e trovare una nuova normalità anche con soluzioni “drastiche”.
Il Coronavirus ha ampiamente influenzato sia l’economia mondiale che la vita di tutti i giorni di ognuno di noi. Dalla casa al lavoro fino alle nostre passioni e hobby più comuni, tutto più limitante e limitato. La risposta si chiama vaccino o, in alternativa, tampone. Un’alternativa che però alcune aziende di livello globale tendono ad escludere già dai primi di dicembre.
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Stellantis, rischio licenziamento per i suoi dipendenti entro gennaio 2022
Stellantis non pensa minimamente ad utilizzare mezze misure. Il gruppo automobilistico, nato dall’unione tra Fca e Psa, ha dato un vero e proprio ultimatum ad alcuni dei suoi dipendenti negli Stati Uniti. 14.000 di questi sono stati di fatto obbligati a vaccinarsi contro il Covid-19 entro il prossimo 5 gennaio, con la prima dose fissata per il 4 dicembre.
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In caso rifiutassero, verrebbero licenziati. Sono, ad ogni modo, una piccola fetta; la società ha già dichiarato infatti che l’80% dei suoi dipendenti sono vaccinati. Verranno comunque prese in considerazione esenzioni religiose e mediche per chi non può vaccinarsi. Per quanto riguarda il possibile licenziamento, se non potrà essere giustificata la mancata vaccinazione, allora saranno messi in aspettativa non retribuita di trenta giorni per poi rischiare di essere licenziati successivamente.
L’obiettivo di Stellantis è chiaramente quello di garantire un ambiente lavorativo più sicuro possibile, e lanciare un segnale anche agli stabilimenti automobilistici statunitensi che per molto tempo sono stati restii ad imporre ai propri dipendenti la vaccinazione anti – Coronavirus.
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Ma adesso le cose sono cambiate, e infatti solo General Motors – fra i costruttori in Usa – non si è imposta sulla questione pur essendo favorevole al vaccino. Solo Ford, finora, aveva preceduto Stellantis a riguardo. Un passo in avanti che non farà sorridere tutti ma, comunque, necessario per costruire una “nuova normalità” con o senza il Coronavirus.