La Lancia ha costruito automobili di una bellezza e di una unicità straordinarie. Alcune rimangono di ispirazione ancora oggi nel 2021 e spesso riescono a diventare più costose di una supercar.
Una casa automobilistica della quale si tende a parlare fin troppo poco negli ultimi anni è la Lancia. Il produttore italiano ha vissuto i suoi migliori anni nel 20° secolo, e adesso, nel 2021, il gruppo Stellantis vuole cercare in tutti i modi di rialzare un costruttore unico nel suo genere. Aspettando nuove info, è andato a buon fine un restauro che rappresenterà un vero e proprio colpo al cuore per migliaia di appassionati: si tratta della Lancia Aurelia.
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La Lancia Aurelia è nota già di per sé, ma con la GTB20 costruita da Pininfarina e guidata da Giovanni Bracco al seguito di risultati sportivi davvero straordinari. Venne presentata al Salone di Torino del 1951 ed è tutt’oggi senza la minima ombra di dubbio una delle Gran Turismo italiane più apprezzate e conosciute in tutto il mondo.
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Era caratterizzata da un motore 6 cilindri a V e derivava dalla Berlina B10 presentata un anno prima. La carrozzeria era bellissima, tanto che il suo design influenzò non poco quello di molte automobili sportive di quello stesso periodo e, probabilmente, anche future. Come molte altre Lancia, è ricordata e ammirata per la fantastica coerenza ed eleganza delle sue linee.
Le caratteristiche tecniche, però, non sono l’unico motivo per cui è tutt’oggi ricordata con il sorriso sia da chi l’ha vissuta che dalle persone che l’hanno potuta ammirare solamente in fotografia; la sua vita sportiva ne ha alimentato la leggenda a livelli impensabili.
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Indimenticabile il debutto assoluto alla Mille Miglia del 1951 che solamente la Ferrari 4 litri di Gigi Villoresi riuscì a stanare. Altra storia la 24 Ore di Le Mans in cui la vittoria non gliela tolse nessuno nella sua classe (12° assoluta). Linee e risultati l’hanno resa unica, così tanto che non è tramontata nemmeno a 2021 inoltrato.
Da Lancia Aurelia B20GT a Lancia Aurelia Outlaw European CSL il passo è tutt’altro che breve. 70 anni tondi tondi, dalla leggendaria auto guidata da Giovanni Bracco al progetto reso realtà da Thornley Kelham, sono passati. Un restyling prodotto su tre automobili appena, se le sleghiamo dalle altre sei realizzate con specifiche meno pregiate.
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Non è stato un lavoretto per ammazzare il tempo, anzi; quasi ci verrebbe da dire che il tempo avrebbe potuto ammazzare Thornley e i suoi collaboratori: ben 5.000 ore di costante impegno di cui 800 sono servite solamente per preparare l’auto e verniciarla. La carrozzeria è stata realizzata a mano in alluminio. Il motore prescelto è stato un V6 aspirato da 3,2 litri per una potenza che supera i 300 Cv, che non sono pochi considerando i 1.100 chilogrammi di peso.
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Freni a disco, sospensioni posteriori e anteriori, ma anche il cambio a cinque marce, tutto questo è stato interamente modificato. L’abitacolo è caratterizzato da sedili in pelle Connolly. Tanti dettagli che portano questa meravigliosa creatura a costare ben 400.000 sterline.
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