Il 29 dicembre del 2013, Michael Schumacher è rimasto vittima di un gravissimo incidente sugli sci. Ecco cosa emerge oggi a distanza di otto anni.
Vincitore di sette titoli mondiali. I primi due con la Benetton (nel 1994 e nel 1995). Poi il lungo dominio in Ferrari con cinque vittorie dal 2000 al 2004. Michael Schumacher è unanimemente riconosciuto come uno dei piloti più forti che la Formula 1 abbia mai avuto. Il ritiro definitivo nel 2012, però, non è la peggiore notizia che i suoi tifosi abbiano avuto. 
Un anno dopo, il 29 dicembre del 2013, Schumi è rimasto vittima di un gravissimo incidente. Durante una discesa di sci a Méribel, in Savoia (Francia) Schumacher cade, batte violentemente la testa contro una roccia. L’asta della telecamera installata sul caschetto protettivo riesce a perforare anche il cranio del campione. Viene quindi sottoposto a un delicato intervento chirurgico e rimane per circa sei mesi in coma farmacologico.
Ma è da quel 29 dicembre 2013 che nessuno ha più visto pubblicamente Schumacher. L’iridato ha avviato un lungo percorso riabilitativo per riacquisire le facoltà neurologiche. Prima in una clinica di Losanna. Poi in casa, a Gland. Ad accudirlo, la moglie Corinna che non lo ha mai abbandonato.
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La rivelazione scioccante
E neanche i tifosi lo hanno mai abbandonato. Nelle scorse settimane, su Netflix è stato anche caricato un docu-film sulla vita del grande pilota tedesco che ha fatto grande la Ferrari. Purtroppo, però, le notizie sulle condizioni di salute di Schumi sono sempre poche e frammentate.
Ora, però, a distanza di quasi otto anni da quel drammatico mese di dicembre del 2013, arriva un incredibile retroscena. A svelarlo è Luca Cordero di Montezemolo, per anni uomo forte in Ferrari. Proprio in quegli anni. Montezemolo ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport, ricordando il pilota tedesco. Lo ha definito un uomo squadra, ma anche una persona fragile fuori dalla monoposto. 
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E poi, l’incredibile rivelazione: “La verità è che Schumacher non sapeva sciare” ha rivelato Montezemolo. Parole che sanno di triste beffa pensando a ciò che è accaduto. Ma, evidentemente, era proprio così, dato che anche una clausola nel contratto firmato con la Ferrari gli impediva di farlo. Quindi, fino a pochi mesi prima, non lo faceva. Forse adesso si spiega tanto di quel tragico 29 dicembre.