È appena finita la Cop26, ma Toyota è da anni che l’ha anticipata. La casa giapponese si focalizza sull’idrogeno e non solo.
La Cop26 avrebbe dovuto ridisegnare il futuro energetico del mondo, per scampare ai danni dell’inquinamento ambientale e difatti del cambiamento climatico. Il tutto si è risolto in un compromesso, che alle generazioni più giovani ovviamente non piace.
Dal Giappone spunta l’idea di Toyota, ovvero quella di focalizzarsi non solo sulle auto elettriche e ibride, ma pure e tanto su quelle a idrogeno. Difatti, il CEO dell’azienda ha guidato nel fine settimana una Corolla Sport alimentata da un motore GR Yaris che per l’appunto funzionava tramite idrogeno.
Secondo Toyota e il suo Amministratore Delegato, infatti, la strada da perseguire non è chiudere alle tecnologie che si padroneggiano bene da decenni, ma usare le stesse per convertirle così da inquinare meno. Quindi, la scelta deve rimanere aperta sul convertire i motori a combustione interna per l’idrogeno.
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Toyota non è sola: ecco le altre aziende a “idrogeno”
L’impegno di Toyota verso l’idrogeno, oltre che per l’elettrico e l’ibrido, prevede ovviamente dei piani di investimento miliardari. Insieme ad essa hanno sviluppato un piano comune pure altre aziende giapponesi: Yamaha, Mazda, Subaru e Kawasaki.
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In pratica, questa ampia partnership andrà alla ricerca di due obiettivi. Il primo è quello di esplorare la possibilità di avere combustibili green alternativi a quelli già presenti sul mercato e nei laboratori. Il secondo è quello di poter rendere sempre più fattibile il futuro delle motorizzazioni con l’idrogeno.
Questo ci riporta al discorso del convertire il motore a combustione interna in uno green. Questa operazione ovviamente non è facile, ma Toyota è molto avanti da questo punto di vista. Inoltre, ciò permetterebbe pure di mantenere in piedi l’attuale sistema lavorativo, senza creare disoccupazione a causa della minor forza lavoro che serve per le auto elettriche.