In strada i giganti dell’automotive puntano sempre di più sulla sicurezza, ma c’è stato un tempo in cui emulare un’auto da corsa era all’ordine del giorno. Tuttavia, nessuno esagerò come Ford.
La Ford con le automobili ci sa fare. Lo ha dimostrato in più di un’occasione nella storia del motorsport, arrivando a conquistare tantissimo successo anche per le proprie imprese sportive e non solo in quanto fabbrica di automobili. E’ sua anche la concept car Indigo, realizzata nel 1996 e di cui, forse, si parla sempre troppo poco.
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La Ford Indigo, una concept car realizzata nel 1996 di cui forse si è sempre parlato troppo poco. Fu costruita con l’obiettivo di emulare una vettura IndyCar (il suo nome è ispirato proprio alla categoria americana) su strada. Ne vennero costruiti soltanto due modelli, uno funzionante e l’altro espositivo. Era dotata di un potentissimo motore V12 che era posizionato nella parte posteriore della macchina. Sull’auto, fra i tanti componenti, si poteva contare un cambio manuale a sei marce gestito dalla frizione in carbonio.
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Al di là dei tecnicismi vari, quello che rendeva particolarmente attraente quest’automobile era proprio il progetto in sé per sé. L’idea di rendere su strada un veicolo basato su una categoria automobilistica, per giunta una delle più pericolose e avvincenti al mondo. Una mossa a dir poco coraggiosa da parte della Ford; anche se tanti addetti ai lavori ritenevano, probabilmente e giustamente, che l’auto non poteva essere venduta proprio per le sue caratteristiche molto inclini a velocità di punta fin troppo elevate (di poco inferiori ai 300 chilometri orari).
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Anche se per capire che tipo di auto fosse non era necessario fare caso al motore, bensì bastava guardarla: muso stretto, spoiler vari che la rendevano chiaramente un’auto da corsa 2.0. Si ispirava, peraltro, anche alla F1 con il quadrante degli strumenti posizionato sul proprio cruscotto, con tanto di modifiche apportabili premendo determinati pulsanti sul volante.
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