Incassato il sì della Camera. Il provvedimento passa all’esame del Senato e dovrà essere convertito in legge entro il 10 novembre.
Le commissioni Ambiente e Trasporti hanno bocciato gli emendamenti al Decreto Infrastrutture che contenevano due misure che, invece, sembravano pronte a essere approvate ed entrare nel Codice della Strada. Erano due misure di cui in queste settimane si è parlato molto. Ma non sono arrivate nemmeno in Parlamento
Il Decreto Infrastrutture
Il Decreto Infrastrutture ha poi incassato il via libera della Camera. Ora il provvedimento passa all’esame del Senato e dovrà essere convertito in legge entro il 10 novembre. Tra le misure contenute del Disegno di legge approvato c’è la facoltà per i comuni di riservare parcheggi dedicati a donne in gravidanza, veicoli elettrici nonché allo scarico merci e agli scuolabus. Così, quindi, si vuole rendere più fluida e fruibile la sosta nei centri urbani. Che, soprattutto nelle grandi città italiane, è sempre molto problematica.
Inoltre, i mezzi pesanti con portata superiore alle 3,5 tonnellate potranno essere revisionati anche nei centri privati, per smaltire il lavoro dei centri tecnici della Motorizzazione. Aumenta la lunghezza massima di autoarticolati, autosnodati e filosnodati, che passa da 16,5 a 18 metri.
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Cosa non è stato approvato
Due importanti modifiche al Codice della Strada, invece, non sono nemmeno arrivate in Aula, essendo state ancor prima bocciate in Commissione. La prima riguardava la possibilità di innalzare da 130 a 150 km/h il limite di velocità su determinate tratte autostradali. Il limite dei 150 km/h sarebbe stato possibile solo in presenza di tre corsie di marcia più corsia d’emergenza, su tratte equipaggiate con asfalto drenante e sistema Tutor per il rilevamento della velocità media. A proporre l’aumento di velocità era stata la Lega.
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Bocciata anche la proposta che avrebbe vietato di fumare all’interno dell’autovettura alla guida. Ma rimane il divieto di fumo in presenza di minorenni o di donne in gravidanza. Tra le proposte che non sono passate anche quella che voleva il ritiro della patente per chi veniva beccato alla guida con cellulare o altri dispositivi in mano. La proposta portava avanti anche un innalzamento della multa che poteva andare da 442 a 1.697 euro. Le multe rimangono dunque quelle attuali: da 165 a 661 euro. In caso di recidiva, la multa rimane agli 644 euro, con la decurtazione da 5 a 10 punti sulla patente di guida.