Alcune case costruttrici si occupano di produrre moto, altre di concepire auto. E poi ci sono i costruttori che fanno entrambe le cose. Un vecchio “mito” degli anni ’80 potrebbe presto tornare alla ribalta
Difficile, in ambito motoristico, trovare un’azienda più importante e preparata in più settori della Honda. L’impresa nipponica, infatti, tra moto e auto ogni anno produce tantissimi modelli che alzano l’asticella in un senso o nell’altro. In passato costruì un veicolo che riscosse un nbuon numero di successo e che talvolta viene ancora nominato: il Motocompo.
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Era un piccolo scooter pieghevole prodotto dalla scuderia tra il 1981 ed il 1983; fu costruito principalmente per portare un buon numero di bagagli. Le vendite però non convinsero la Honda nonostante nel giro di due anni vennero ceduti 53.369 Motocompo (3.000 al mese). E se lo scooter di casa Honda tornasse sul mercato per tentare il successo “mancato” negli anni ’80?
Honda Motocompo, il ritorno: cosa (non) c’è di vero
Sono passati quasi 40 anni da quando l’Honda Motocompo ha lasciato il mercato degli scooter, e clamorosamente potrebbe tornare in vendita in futuro; o perlomeno questo è ciò che in tanti sperano, dato che girano da diverso tempo a questa parte svariate immagini del veicolo formato nuovo millennio. Il designer Allan Williams si è preso la briga di rinnovare graficamente un modello che è rimasto nel cuore a chi gli anni ’80 li ha vissuti a pieno, soprattutto in Giappone.
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Il nuovo Motocompo, nella mente di Williams, dovrebbe essere dotato di un motore elettrico di ultima generazione. Il manubrio è stato spostato verso il basso. La vernice rende il mezzo a dir poco particolare, come se fosse uno scooter uscito da un film o da un videogioco di fantascienza.
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Non si tratta, come detto, di un concept ufficiale; quindi, purtroppo, appare come una semplice idea di un appassionato e nostalgico designer che del Motocompo non si è affatto dimenticato. E forse non se n’è dimenticata nemmeno la Honda che in futuro, chissà, potrebbe pure regalarci uno scooter al passo con l’elettrico e con il nuovo che avanza. E, soprattutto, rifarsi da quello che gli amici orientali avrebbero voluto ottenere dal vecchio scooterone anni ’80, bocciato dopo soltanto due anni.