E’ la competizione di resistenza che mette a dura prova i nervi dei piloti ed i motori delle automobili: per vincere la 24 Ore Le Mans serve un’auto particolarmente tosta.
Qualsiasi appassionato di automobilismo conosce la 24 Ore di Le Mans. Questa gara, nata nel lontano 1923, vede decine di automobili sportive sfidarsi sulla pista francese del Circuit de la Sarthe in una competizione che dura per l’appunto 24 ore.
Facile immaginare come una simile gara sia esigente sia dal punto di vista psicologico sui piloti che restano al volante per una giornata intera sia da quello meccanico per le auto che vanno incontro a frequenti guasti. Ma quelle che vincono, si guadagnano un posto nella storia.
Come la bellissima Ferrari 166M Barchetta in copertina, la prima Rossa ad aggiudicarsi la gara nel 1949. L’auto sfidò una schiera di avversarie con motori spesso di cilindrata doppia rispetto al proprio: ciononostante, la 166 portò a casa la vittoria con una velocità media sul circuito di 132 chilometri orari.
Un’altra vettura iconica è la sorprendente Ford GT40 con la livrea Gulf, ormai divenuta iconica, che nel 1969 trionfò per uno scarto di soli 120 metri sulle varie Porsche e Ferrari, molto più quotate per la vittoria finale. In quella occasione, il pilota belga Jacky Ickx che guidava l’auto vincitrice mostrò anche una certa sfrontatezza.
Infatti, il regolamento prevedeva che i piloti corressero verso le auto alla partenza, avviandole e correndo in pista. Il pilota invece camminò con calma fino alla Ford, allacciandosi poi la cintura prima di partire, riuscendo comunque a vincere la gara!
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Tempi moderni: tra giapponesi e francesi
Spostiamoci nell’epoca moderna, precisamente al 1992 quando a trionfare nella competizione fu una casa non certo famosa per le sue prestazioni nel mondo sportivo, rally a parte: parliamo della Peugeot con la sua 905. La Peugeot 905 era un mostro da 650 cavalli con un motore V10 e una fantastica linea a forma di astronave.
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L’auto si impose anche nell’edizione del 1993, mostrando al mondo cosa la casa francese era in grado di fare anche nel campo dell’automobilismo sportivo e riportando il trofeo in Francia.
Abbiamo usato il termine “riportare” perché esattamente un anno prima del trionfo del Leoncino il trofeo era arrivato per la prima volta in Giappone grazie al trionfo di un’altra casa automobilistica sorprendente. Nel 1991 la Mazda 787B segnò ben due record importanti.
Innanzitutto, fu la prima auto con motore rotante Wankel a trionfare nella competizione, dimostrando che nonostante la brutta storia della NSU RO80 il propulsore era affidabile. Secondo poi, fu la prima automobile giapponese a portarsi a casa la competizione.
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Anche la 787B è al giorno d’oggi una specie di icona pop con la sua livrea arancio-verde in perfetto stile anni 90. Iconico anche il suono del suo motore da 700 cavalli che potete trovare facilmente su YouTube… Voi avreste scelto altre vetture? Fatecelo sapere!