Grande amante delle autovetture. E non solo per il suo attivo ruolo nella Fiat. L’Avvocato era amante anche della sperimentazione.
Icona di successo imprenditoriale. Ma anche di stile. E precursore dei tempi. Tutto questo è stato l’avvocato Gianni Agnelli. A distanza di anni dalla sua morte, ancora oggi emergono racconti e aneddoti che lo riguardano.
L’Avvocato
L’avvocato Gianni Agnelli. Una delle persone più influenti della storia industriale d’Italia. Con la Fiat ha segnato il cambiamento d’epoca, sociale e finanziario del nostro Paese. Ha contribuito a tracciare il percorso del boom economico, che ha trascinato l’Italia, uscita fiaccata dalla Seconda Guerra Mondiale. Ma l’avvocato Gianni Agnelli è stato anche un simbolo di stile ed eleganza.
Sempre impeccabile. Un modo di esprimersi pacato ed elegante. Anche nel commentare fatti più “da bar”. Il nome degli Agnelli e della Fiat è legato, infatti, indissolubilmente, a quello della Juventus. La squadra italiana più vincente. Sono noti i suoi paragoni tra calcio e arte. Su tutti, i soprannomi dati ad Alessandro Del Piero, “Pinturicchio”, negli anni più fulgidi. “Godot”, in un periodo di appannamento calcistico.
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La Lancia Delta Cabrio
Grande amante delle autovetture. E non solo per il suo attivo ruolo nella Fiat. L’Avvocato era amante della sperimentazione. In tal senso si inquadra la Lancia Delta Cabrio.
Una delle tanti varianti della storica Lancia Delta. Sono stati prodotti alcuni esemplari del tutto esclusivi, tra i quali la cabrio di Gianni Agnelli, rimasta un esemplare unico, la Delta blindata di Leopoldo Pirelli e quella preparata da Abarth per Umberto Agnelli, da circa 285 CV.
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Conosciamo la passione dell’avvocato per le Spiaggine. Ma adesso sappiamo anche che commissionò una Lancia Delta Cabrio, solo per lui. Da utilizzare a Saint Moritz. Località che amava molto e che frequentava con grande assiduità. Siamo nel 1996 e l’avvocato la commissionò a Gaffino Rodolfo Rossi, oggi direttore e amministratore del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino.
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Detto, fatto. Così si trasformò una 4 porte in una 2 porte cabrio. Capote in tela nera, carrozzeria grigio metallizzato con interni in pelle e motore 2.0 litri Turbo da 250 cv. Un pezzo unico. Da museo, appunto. Una “variante Delta” che l’avvocato aveva scoperto 55 anni fa.