Presentata nel 2013 a Tokyo. Doveva costare proprio come la Smart. Ma rimase un modello unico.
La concept car era stata presentata al Motor Show di Tokyo nel 2013. E aveva suscitato grande sorpresa l’annuncio della partnership tra Yamaha e il processo di assemblaggio iStream di Gordon Murray, noto ex progettista di auto da Formula 1.
La Yamaha Motiv era una concept car a marchio Yamaha, che rappresentava una delle rare divagazioni dell’omonima casa motociclistica nipponica nel mondo delle automobili.
Il progetto era quello di costruire una city car leggera a due posti chiamata Yamaha Motiv. La Motiv, basata sui concetti T25 e T27 di Murray, doveva essere disponibile sia in versione benzina che elettrica e destinata al mercato europeo.
Il concetto principale di iStream era quello di abbandonare la tradizionale costruzione in metallo stampato, saldata a punti, utilizzata quasi universalmente dall’industria automobilistica da più di 60 anni, e sostituirla con una basata su telai tubolari d’acciaio relativamente semplici rinforzati con fogli di compositi che compongono il pavimento, il firewall, le paratie e la struttura del tetto. La pelle esterna era realizzata in plastica resistente agli urti non portante.
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La Motiv aveva circa le stesse dimensioni di una delle auto Smart di Daimler. Un po’ più stretta e un po’ più bassa. Era lunga 2.690 mm, ma più leggera di circa 100 kg.
Una due posti realizzata utilizzando sedili compositi a guscio sottile brevettati da Murray. Si dice che il pannello degli strumenti e i controlli riflettano il patrimonio di strumenti musicali e apparecchiature audio Yamaha.
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La Motiv è un design a motore centrale con il gruppo propulsore compatto montato in basso nell’auto, davanti all’asse posteriore. La versione EV, denominata Motiv-e, utilizzava componenti di trasmissione di Zytec tra cui un motore elettrico da 33 CV, mentre la versione a benzina doveva utilizzare un motore a tre cilindri da 1 litro, appositamente progettato per il Motiv da Yamaha, che aziona le ruote posteriori attraverso un 6 velocità DCT.
La Motiv-e doveva avere una velocità massima di poco più di 100 chilometri orari e un tempo di 0-100 chilometri orari di 15 secondi. Era ovviamente destinata ad essere utilizzata esclusivamente in città. Con 70-80 CV, la Motiv alimentata a combustione doveva essere un po’ più veloce.
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Doveva costare proprio come la Smart. Ma rimase un modello unico.
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