Erano gli anni 30 quando la Chrysler ebbe un’intuizione che avrebbe cambiato per sempre il modo di concepire l’automobile.
Erano gli anni 30 negli USA: il mercato automobilistico, popolato da tante case diverse, continuava comunque ad essere accessibile solo agli americani con più soldi.Solo poche case automobilistiche come la Ford che ad inizio 900 con la Ford T aveva dato inizio alla diffusione dell’automobile anche presso i ceti meno abbienti vendevano decine di migliaia di esemplari.
In questo contesto, perfetto per un costoso ma importantissimo esperimento, nacque la Chrysler Airflow, una vettura che avrebbe cambiato per sempre il modo di concepire e progettare un’auto. La vettura venne presentata nel 1934 dalla Chrysler, agli albori della sua storia. A differenza di tante automobili contemporanee che privilegiavano una linea elegante, la Airflow era molto più funzionale.
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La vettura infatti, a differenza di una elegante Duesenberg o di una meravigliosa Isotta Fraschini, era stata disegnata con la galleria del vento, la stessa usata per progettare gli aeroplani. Fu proprio guardando al mondo dell’aviazione che la Chrysler disegnò la linea unica e discussa della vettura che risultò molto performante per l’epoca proprio grazie a questo accorgimento.
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La vettura – secondo i test – opponeva il 40% in meno di resistenza all’aria rispetto a tante “colleghe” dell’epoca. Un esperimento ripreso anche negli anni a seguire da tantissime case come la Aston Martin che negli anni 70 studiò una vettura con una resistenza all’aria bassissima.
La galleria del vento è al giorno d’oggi uno dei test più importanti nella progettazione e nel test di una vettura allo stadio di prototipo, tutto grazie all’intuizione della Chrysler.
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La Airflow non fu esattamente un successo commerciale: costava molto e la linea non piacque a tutti i facoltosi clienti che potevano permettersela. Uscì di produzione nel 1937 dopo aver comunque fatto la storia.
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