Dalle vetture NASCAR a quelle da rally: la “scienza” di questo accessorio dell’auto può diventare anche una complessa ed affascinante forma di arte.
Quando si parla di tuning, la prima modifica che viene in mente anche ad un profano non appassionato di automobili è senz’altro l’alettone. Che sia grosso e vistoso o piccolo e appena visibile, l’alettone di una vettura contribuisce a renderla più carismatica anche se il suo principale obbiettivo sarebbe di migliorare aderenza ed aerodinamica.
Tra gli alettoni più iconici che le case automobilistiche hanno studiato per far si che i propri bolidi non avessero problemi spiacevoli come un ribaltamento, ne ricordiamo senz’altro almeno tre.
Il primo potete ammirarlo proprio nella foto sopra: icona degli anni 90 e dei primi del 2000, il tipico alettone presente sulle Ford Cosworth – in particolare sulla Escort e la Sierra – è davvero particolare. Con una forma avvolgente che sembra voler imitare qualche opera d’arte astratta, questo prodigio di ingegneria contribuì a rendere le vetture Cosworth aerodinamiche e competitive nei rally.
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A volte, l’alettone non è proprio fondamentale ma può rendere un’auto leggermente più sicura quando si spinge sul pedale per andare più veloce. Con una velocità massima superiore ai 300 chilometri orari, la Lamborghini Countach divenne a mani basse l’auto prodotta in serie più veloce del mondo negli anni 80.
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Per essere più stabile a simili velocità, la vettura necessitava di un alettone che divenne presto iconico nella cultura pop. Certo, l’auto si poteva comprare anche senza ma voi quale versione avete visto più spesso in film e serie?
Quando poi una vettura deve spingersi per lavoro a certe velocità, l’alettone aumenta la sua importanza a dismisura. Stiamo parlando ovviamente della Plymouth Superbird del 1970, una vettura che dominò la categoria NASCAR per quasi un decennio.
Basata sulla Road Runner – una versione stradale – la Superbird che è diventata anche famosa per essere apparsa nel film di animazione Cars poteva toccare i 320 chilometri orari grazie al suo V8 da 431 cavalli. A simili velocità, disporre di un alettone diventa fondamentale se si vuole continuare a guidare un’auto stabile ed evitare un incidente.
Non vi basta? Che dire allora di una soluzione estetica più sobria come quella della Aston Martin Bulldog o di un alettone elettrico che si regola in base alla velocità come quello della Zenvo danese?
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