Apprezzata alla presentazione. Ancora oggi, appare inspiegabile il motivo per cui l’auto finirà in pochissimo tempo nel dimenticatoio
I giudizi furono tutti positivi. Eppure l’auto, per motivi tuttora difficili da comprendere, non ebbe il successo che sperava. E che, probabilmente, meritava.
L’Alfa Romeo Delfino Bertone
Correva l’anno 1983 quando l’Alfa Romeo Delfino Bertone fu presentata al Salone dell’Automobile di Ginevra. Progettata da Bertone, era basata sull’Alfa Romeo Alfa 6. Come detto, l’auto fu accolta molto bene. Anzi, tutti rimasero stupidi dal design dell’Alfa Romeo Delfino.
La vettura aveva il merito di riportare in auge il grande concept delle GT. Per qualcuno tramontato, ma, evidentemente, ancora con qualcosa di importante da dire. Insomma, una due posti che piaceva, anche per la sua sobrietà e per le sue linee non esagerate. Insomma, tradizionale, ma, allo stesso tempo, capace di colpire con il suo stile sportivo.
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Le caratteristiche
Il modello possedeva un motore V6 da 2.492 cm³ di cilindrata, che erogava 158 CV di potenza a 5600 giri al minuto. Meccanica ereditata dall’Alfa 6, montava un motore anteriore longitudinale direttamente combinato alla trazione delle ruote anteriori.
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La carrozzeria era coupé, con lo stile di Bertone non ha di certo bisogno di presentazioni. Con i fari a comparsa, della plancia rettangolare e i sedili in pelle ergonomici. Ancora oggi si rende merito al lavoro di quello che ai tempi era il nuovo responsabile del design Marc Deschamps che prendeva il posto di Marcello Gandini. Insomma, continua a essere assolutamente inspiegabile il motivo per cui la concept car, nel giro di pochissimo tempo, cadrà nel dimenticatoio.
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