La storia della vecchia ammiraglia di Lancia, che iniziò a inabissare il marchio verso il dimenticatoio collettivo.
La storia della Lancia è fatta di grandi macchine ma anche di pessimi veicoli. In questo caso parliamo di un’automobile che non è pessima di per se, è nata con le migliori intenzioni e persino è meglio della precedente che sostituisce, ma il suo design l’ha punita.
Stiamo parlando della K, ammiraglia della marchio italiano dal 1994 al 2001, che a differenza di Thema non ha mai spiccato nelle vendite. Ciò, nonostante i tentativi da parte di Lancia di migliorare il concept, per renderlo più versatile e appetibile.
Diverse sono state le versioni di K lanciate nel corso degli anni, su tutte ricordiamo la coupé e la station wagon. La prima è stata un flop assoluto, mentre la seconda è riuscita quantomeno a ritagliarsi un po’ più di spazio nel mercato.
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Lancia K coupé e station wagon
Partendo dalla Lancia K coupé, questo flop si deve ancora una volta al suo design, per niente accattivante. Difatti, il passo più corto stona molto con il resto della carrozzeria, e produce un mezzo quasi inguardabile, per quanto internamente i passi avanti ci siano.
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Passando alla station wagon, come detto questa versione è andata meglio, anche perché la carrozzeria era di Pininfarina, che difficilmente sbagliava e sbaglia un colpo. Inoltre, all’epoca la SW era come oggi il SUV, cioè molto alla moda e ricercato dai clienti.
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Non tutte le cose della Lancia K, però, vengono per nuocere, e infatti qualcosa di positivo rispetto alla Thema c’è stato. Soprattutto, la qualità del comfort e degli spazi si alzò di molto, rendendo l’abitacolo un posto migliore in cui stare, sia per il guidatore che per i passeggeri.