Negli anni ’90 non si era mai pensato ad una potenza di oltre 500 cavalli su un’utilitaria e soprattutto a quel prezzo. Nel 2021 però le cose sono cambiate e grazie ad elettronica e nuovi componenti meccanici a disposizione, l’impresa può essere compiuta come su questa Honda Civic del 1997.
La Civic, la Hot Hatch per eccellenza, è il modello dalla produzione più longeva di sempre, seconda soltanto all Toyota Corolla.
Honda inizia la produzione della prima generazione di Civic nel 1972 fino ad arrivare all’ultimo sensazionale modello che riporta tutte le ricerche e l’elettronica sviluppata durante gli anni per segnare un nuovo record sul circuito del Nurburgring.
Oggi in produzione troviamo un modello completamente diverso da quello che era fino all’ottava serie, ovvero il famigerato motore aspirato con tecnologia VTEC, ma accompagnato nei nuovi motori da una potente turbina che fa salire la potenza sopra i 300 cavalli.
Il sistema VTEC consente un apertura maggiore delle valvole della testata e per più tempo, immettendo nella camera di combustione una maggiore miscela aria-benzina e decisamente più ricca.
Pensiamo al sistema VTEC ottimizzato ed aiutato da un organo che forza l’immissione dell’aria nel motore, come un turbocompressore, proprio come i modelli di Honda Civic che vanno dal 2015 ad oggi, il risultato sarebbe una coppia ed un potenza infinita, l’unico limite è il portafogli.
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Le modifiche più comuni sui motori VTEC sono un nuovo impianto di scarico maggiorato, una linea di aspirazione completa che comprende collettore di aspirazione, filtro e corpo farfallato, iniettori benzina e una ECU completamente programmabile per garantire la giusta miscela di aria-benzina ed ottimizzare le modifiche già effettuate.
Prendiamo come esempio un motore chiamato B-series, quindi un B16 o un B18, rispettivamente 1,6 litri e 1,8 litri, sono motori VTEC degli anni ’90 dotati di doppio albero a camme e 16 valvole, erano in grado erogare in quegl’anni una potenza di 160 e 190 cavalli per le versioni importate in Europa.
Per i motori JDM (Japanese Domestic Market) invece, il B16 arrivava ad una potenza di ben 185 cavalli montato sulla Honda Civic EK9, la 6° generazione che va dal 1996 al 2000, mentre per il B18 montato sulla Honda Integra DC2, la 3° generazione che va dal 1993 al 2001, si arrivava ad una potenza di ben 197 cavalli.
Ultimamente i prezzi di questi modelli stanno salendo in modo esponenziale toccando prezzi assurdi addirittura oltre i 30.000 euro, ma c’è ancora la possibilità di acquistarne qualcuna in buone condizioni generali e magari già con qualche modifica sotto il cofano, avendo sportività e divertimento ma al prezzo di un’utilitaria.
Parlando ancora di modifiche, c’è qualcuno che ha esagerato con quest’ultime tanto da riuscire a tirare fuori dal quel piccolo motore una potenza di oltre 500 cavalli.
A quest’auto in vendita sul portale di Autoscout 24 il proprietario ha apportato qualche elaborazione di troppo, infatti alla piccola Honda Civic EK del 1997 è stato cambiato il motore per inserire un nuovo e più performante B18 di derivazione Integra, che a sua volta è stato aperto, decompresso e lavorato in tutti i suoi componenti interni per ospitare un turbocompressore grande quanto il motore.
Il proprietario dell’auto ha stilato una vera e propria lista con elencate tutte le modifiche apportate all’auto sia estetiche che meccaniche, ma cosa più importante ha espresso la potenza ed lo sbalorditivo prezzo di vendita.
L’auto ha un B18 Turbo con testata B16 preparato, con rapporto di compressione pari a 10.1:1, bielle ad H e pistoni stampati della Wiseco, in grado erogare la spaventosa potenza di 517 cavalli, che grazie al sistema VTEC consente una maggiore potenza rispetto ad una normale auto turbo.
Per tenere tutta quella potenza su 1.105 chili di auto però serve un rande controllo dato dalla combinazione tra assetto completamente regolabile HSD, cerchi da 17 pollici per consentire l’aderenza al suolo, barre antirollio anteriore e posteriore EK9 e per finire un impianto frenante maggiorato da 300mm.
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