Eppure, a idearla e progettarla non era proprio l’ultimo arrivato. Ma il famosissimo Giorgetto Giugiaro. Un’auto davvero particolare.
Nelle intenzioni, doveva cambiare per sempre il processo di produzione di veicoli costosi e speciali. E rivoluzionare il concetto di auto. In realtà in pochi ricordano questa concept car del 1982.
Eppure, a idearla e progettarla non era proprio l’ultimo arrivato. Ma quel Giorgetto Giugiaro che lega il proprio nome al design dell’automotive italiano e mondiale. Non una ricerca formale ma una vera e propria ipotesi costruttiva per le auto del futuro, innovative ma ispirate alle vetture dei primi anni, prima dell’introduzione della carrozzeria.
La Italdesign Capsula fu pensata attorno a un concetto innovativo: quello della piattaforma che comprende motore, albero motore, serbatoio, ruota di scorta, bagagliaio, servofreno, riscaldatore, gruppi ottici. Il telaio si ispira agli autobus e ai piccoli veicoli industriali, è completamente attrezzato e autosufficiente. Anche il bagagliaio aveva la stessa linea degli autobus, con lo spazio che trovava posto sotto il pavimento della vettura.
Fu presentata al Salone di Torino come una monovolume compatta. Ma, in quell’anno magico per l’Italia, con la vittoria del Mondiale in Spagna, grazie ai gol di Pablito Rossi, la Italdesign Capsula non sfondò.
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La ratio della concept car del 1982, quindi, era quello di unire più autovetture all’interno di un unico mezzo. Doveva essere facile infatti da modellare, rimuovendo o modificando parti. A cominciare dal tetto. Ma non ebbe il successo sperato, anche per gli alti costi che avrebbe dovuto sostenere il potenziale acquirente.
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Il vano era, appunto, una capsula applicata al telaio in modo facile e veloce, e poteva essere sostituita in ogni momento trasformando la Capsula in un veicolo commerciale, oppure in un’ambulanza o in un mezzo di soccorso.
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Nella versione berlina la ricerca era focalizzata sul vano interno, più grande delle contemporanee VW Golf 1 e Mercedes 380SE, in soli 3720 mm di lunghezza. Il motore era il 4 cilindri boxer da 1.5 litri (104 CV) dell’Alfa Romeo Alfasud.
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