Non si tratta di uno dei tanti rumors che circolano nel mondo dell’automotive. Ma di una posizione ufficiale. Cosa accadrà?
Un po’ tutte le case automobilistiche si sono ormai rassegnate. Con gradualità, con date variabili, spesso controvoglia, ma praticamente tutte stanno ormai organizzando la riconversione delle proprie produzioni. Per abbandonare definitivamente la realizzazione di motori termici. Ma c’è un’azienda che non molla. E non è un’azienda da quattro soldi.
Il mercato dell’automotive si è sostanzialmente allineato (o, forse, rassegnato) all’intransigenza dell’Europa, che ha fissato nel 2035 l’anno limite per l’abbandono dei motori endotermici. Una politica, quella dell’UE, volta a dare una “svolta green” per combattere l’oggettivo decadimento ambientale che sta avendo il nostro pianeta.
Dopo le prime resistenze, le case automobilistiche stanno facendo buon viso a cattivo gioco. Ed è un continuo di annunci sulla riconversione, su nuovi modelli in arrivo. Talvolta anche con date in anticipo rispetto ai tempi graditi all’Europa.
Molto, va detto, fa anche parte di una strategia di marketing. Dato che, anche grazie agli incentivi, i dati recenti ci dicono che i consumatori stanno virando verso l’ibrido e l’elettrico puro. Ma c’è qualcuno che non molla.
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Ed è un’azienda importante. Che, peraltro, da sempre è stata elogiata per la sua pionieristica attività sulla produzione di veicoli elettrici. La Renault. Tra gli ultimi modelli presentati all’IAA Mobility di Monaco di Baviera, la versione di produzione della Megane E-Tech Electric, ma anche il prototipo della nuova Renault 5 elettrica. Arriveranno nei prossimi anni.
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Ma nonostante ciò, la casa automobilistica francese spinge per posticipare l’abbandono dei motori endotermici, dal 2035 voluto dall’Europa, al 2040. Non si tratta di uno dei tanti rumors che circolano nel mondo dell’automotive. Ma una dichiarazione ufficiale, fatta in un’intervista, da un dirigente della Renault. Nello specifico, non proprio l’ultimo arrivato, ma il vicepresidente esecutivo per l’ingegneria del Gruppo Renault, Gilles Leborgne.
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La questione sollevata da Leborgne riguarderebbe soprattutto il marchio Dacia, ormai, come noto, sotto il controllo di Renault. Staremo a vedere cosa accadrà.
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