Tanti anni fa, la Fiat seguiva con interesse l’obbiettivo di aggiudicarsi il record di velocità su terra, cosa che fece con l’automobile “figlia di satana” per antonomasia.
Era il 1924 quando una giovane casa torinese nota come Fiat, cercando di farsi un nome nel campo dei record di velocità su strada, finì per siglare un “patto col diavolo”.
L’automobile sportiva con il lungo cofano che la casa italiana utilizzò per arrivare al primato di velocità su terra infatti è passata alla storia con un nome che è tutto un programma.
Ecco a voi la Fiat SB4 Eldridge Mefistofele, più conosciuta con questo ultimo soprannome ispirato a quello del diavolo. D’altra parte, andando a vedere le specifiche della vettura si scopre che sono davvero “infernali”.
In un’epoca in cui anche solo toccare i 100 chilometri orari richiedeva automobili molto particolari e speciali, la Mefistofele si apprestava a sfidare la barriera dei 230 chilometri orari.
La Fiat Mefistofele, approntata dal pilota Ernest Eldridge che avrebbe affrontato in prima persona la sfida, si preparò all’impegno montando un motore di derivazione aeronautica Fiat A-12.
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La Mefistofele si guadagnò a pieno il suo soprannome: l’auto era priva di qualsiasi sistema di sicurezza e l’accelerazione – per i tempi – era bruciante. Consumava un litro di carburante per fare 500 metri.
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Prevedibile con un motore pesante oltre 500 chili utilizzato precedentemente sui principali aeroplani italiani del periodo.
Non è tutto: le emissioni di CO2 del V12 dell’auto erano pari a quelle di otto Ferrari 599 insieme. In più, il motore spruzzava acqua bollente ed olio contro il pilota a causa degli scarichi liberi per non parlare del rumore.
A bordo di quest’auto infernale, Eldridge riuscì a battere il record di velocità nel luglio del 1924 toccando i 230,55 chilometri orari. Il record non venne ritenuto valido perchè la Mefistofele non aveva la retromarcia.
Le regole purtroppo sono regole: per nulla abbattuto dal tentativo fallito, il pilota si ripresentò sulla Routè d’Orleans una settimana dopo con la Mefistofele modificata. L’auto arrivò a quasi 235 chilometri orari.
Il record venne certificato anche se non è mai stato chiarito come Eldridge sia riuscito a montare una retromarcia su una vettura simile.
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Il tentativo non fu privo di rischi: la stampa dell’epoca che coniò il soprannome racconta come l’auto abbia sbandato in modo preoccupante durante la corsa, incapace di sostenere la potenza assurda del motore.
Eppure, la Mefistofele è arrivata ai giorni d’oggi, ancora in ottime condizioni dopo aver affrontato anche alcune gare negli anni successivi al record che sarà battuto solo alcuni mesi dopo dalla Sunbeam Blue Bird.
In questo video, possiamo vedere l’auto demoniaca in una nuova veste civile farsi un “giretto” di piacere con una “nipote” molto speciale.
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