Atti falsi, timbri e stemmi della Repubblica Italiana molto credibili. E il giro di denaro non è affatto di pochi spiccioli.
Si spacciava per ufficiale giudiziario. E tutti gli credevano. Così ha potuto intascare un bel po’ di quattrini, inscenando finte aste giudiziarie in cui metteva in vendita autovetture di pregio. Ma è stato scoperto. Ecco come funzionava il raggiro.
Il meccanismo, assai lucroso, è stato scoperto in Sicilia. In particolare, la Guardia di Finanza di Catania ha posto agli arresti domiciliari un falso ufficiale giudiziario. All’uomo, 36enne, gli inquirenti contestano “la perpetrazione sistematica di reati contro il patrimonio in danno di svariati soggetti e contro la fede pubblica“.
Questo perché il falso ufficiale giudiziario metteva in scena delle vendite all’asta di automobili. Millantava incarichi del Tribunale. Ma era tutto finto. Tutto inesistente. E l’ordinanza firmata dal Gip ha avvalorato le indagini di Procura e Fiamme Gialle.
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Non si trattava di un sistema costruito in maniera dozzinale. L’uomo, infatti, era in possesso di sigilli dello Stato, con emblema della Repubblica italiana e timbri degli uffici giudiziari. Aveva anche un distintivo con la dicitura “Ufficiale Giudiziario”. L’armamentario è stato ritrovato dalle Fiamme Gialle nel corso delle perquisizioni effettuate.
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Attraverso questi, falsificava gli atti, rendendoli ancor più credibili. Prima, però, c’era tutto un percorso in cui l’uomo riusciva ad accreditarsi tra conoscenti e parenti come ufficiale giudiziario. Affabile e preciso, forniva a chi era interessato all’acquisto di un’auto tutti i dettagli per poter partecipare all’asta.
E si mostrava anche molto competente sulle caratteristiche, punti deboli e punti di forza, delle auto che erano poste in vendita all’asta. Inoltre, per rendere ancor più credibile il suo operato, l’uomo richiedeva pagamenti tramite bonifico. Per rendere tutto tracciato e verosimile.
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L’uomo è finito agli arresti domiciliari dopo che undici persone hanno denunciato la truffa subita. Secondo quanto accertato dalle indagini, l’uomo avrebbe incassato oltre 100mila euro con questo giro fraudolento di vendite simulate. Che sarebbe durato ben due anni.
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