Già ad aprile la Subaru aveva dovuto ancora una volta, forzatamente, interrompere la propria produzione. Ma sono tanti i colossi in sofferenza.
Che mazzata! Un colosso come Subaru costretto a chiudere i propri stabilimenti in Giappone. E’ lo specchio dei tempi e delle grandi crisi che il mondo sta vivendo. Ecco cosa sta accadendo.
Subaru è la parola giapponese per l’ammasso stellare delle Pleiadi che sono anche raffigurate nel logo della compagnia. Le Pleiadi, note anche come “Le sette sorelle”, conglobano sette stelle principali dell’ammasso visibili a occhio nudo.
Per quattro giorni, la Subaru interrompe la produzione di tutti i suoi stabilimenti giapponesi. Il motivo carenza di microchip e di semiconduttori che da tempo affligge l’azienda. La casa automobilistica ha cercato di resistere. Ma, alla fine, ha dovuto alzare bandiera bianca. Per adesso per soli quattro giorni. Ma in futuro, chissà.
Peraltro, già ad aprile la Subaru aveva dovuto ancora una volta, forzatamente, interrompere la propria produzione. In quel caso addirittura per due settimane. E sempre per lo stesso motivo. Insomma, la crisi sembra irreversibile e destinata a riproporsi, ciclicamente, sempre con maggiore insistenza.
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Si tratta, peraltro, di una crisi globale che ha coinvolto anche Tesla in Cina, e la stessa Stellantis in Italia e in Francia. Un’altra big come Toyota sta addirittura pensando di chiudere ben 15 stabilimenti in Giappone per l’intero mese di settembre.
I componenti elettronici sono fondamentali nelle aziende automobilistiche. E il fatto che tanti grandi brand siano in sofferenza la dice lunga sulla gravissima carenza di materie prime che, ormai da tempo, affligge il settore.
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Le fabbriche Subaru di Gunma, Yajima e Oizumi chiuderanno quindi per quattro giorni lavorativi. Un colpo non di poco conto. Lo stabilimento della prefettura di Gunma si occupa infatti della costruzione del 60% delle vetture del marchio giapponese. Lì e a Yajima, Subaru assembla veicoli di diversi segmenti. Mentre nel terzo motori e trasmissioni.
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