La piccola Austin Mini ha suscitato la fantasia di numerosi tuner. L’ultima creazione della Spectre Veichles non scherza, rendendo l’auto molto più aggressiva.
Nata come un’utilitaria per la città, la Austin Mini è una di quelle vetture che – vuoi per la sua semplicità o per la sua diffusione – ha suscitato una serie di modifiche e creazioni sul suo telaio davvero infinita.
La piccola vettura britannica, introdotta nel 1959 con il nome di Austin Minor è probabilmente la vettura più di successo prodotta dalla ormai scomparsa casa britannica.
L’auto nasce dalla penna del progettista Alec Issigonis e prima di uscire di produzione dopo numerosi restyling nel 2000 è stata distribuita in versione Clubman – station wagon – decappottabile ed altro ancora.
In Italia l’auto venne prodotta su licenza per un periodo dalla casa Innocenti, autrice di modelli come la A112.
La Mini sa anche mostrare i denti? Assolutamente si: con le dovute modifiche, può trasformarsi in un’aggressiva vettura da corsa, come una moderna “hot hatch” per usare un termine moderno.
Nel 1964 la vettura, condotta dai piloti Patrick Hopkirk e Henry Liddon, riuscì nell’impresa di trionfare al Rally di Montecarlo.
Adesso, tanti anni dopo, una versione sportiva della Mini proposta da una casa di design britannica torna ad aggredire le strade inglesi.
La Mini da corsa con 230 cavalli di motore Honda
Ed ecco a voi la Spectre Veichle Type 10, una riedizione della vecchia Mini prodotta in esemplare unico dalla ditta di design britannica.
L’automobile presenta alcune modifiche estetiche – come le prese d’aria modificate – presenti anche nell’abitacolo, un connubio di nostalgici richiami alla vecchia Austin Mini a cui si associa la modernità delle rifiniture.
A fare più impressione però è ciò che si cela sul retro della vettura: un motore da 230 cavalli Honda K-20 che – assicura la casa – sarà in grado di: “Farvi volare fuori dai vostri calzini”.
Sulla pagina della Spectre su Instagram si legge anche come è nata l’idea di montare un propulsore simile sul mezzo: “A giudicare dal telaio, c’era spazio per un motore più potente. Noi glie lo abbiamo fornito“, recita il post.
Le prestazioni di questo mezzo non sono ancora note ma probabilmente saranno più che degne della Mini che vinse il Rally di Montecarlo cinquant’anni fa circa.
A quanto pare, montare motori sovradimensionati di origine giapponese su una Mini non è un’attività così rara: la vettura nella foto sopra infatti monta un motore Honda da ben 500 cavalli!
La piccola Austin Mini insomma continua a stupire.
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