Il pensiero di tutti gli appassionati di motorsport va sempre a Michael Schumacher che sta lottando continuamente tra la vita e la morte
La Formula uno è uno sport davvero estremo dal punto di vista agonistico ma, allo stesso tempo, estremamente umano. E’ fatto di vittorie, sconfitte, rivalità, strategie e anche momenti davvero unici.
Tutto questo impedisce al tifoso e all’appassionato della massima serie automobilistica di non affezionarsi a chi è in grado di regalargli queste emozioni: i piloti.
Basti pensare all’amore che i tifosi della Ferrari e non solo hanno dato negli anni e continuano a dare a Michael Schumacher. Non c’è bisogno di spiegare di chi stiamo parlando.
Nato in Germania il 3 gennaio 1969, è considerato tra i piloti migliori di sempre e insieme a Lewis Hamilton è il più vincente di tutti i tempi.
Per gran parte della sua carriera è stato accompagnato dalla fedelissima e bellissima moglie Corinna che, anche in un momento difficile come quello attuale per lui e la sua famiglia, non lo ha mai abbandonato.
La sorte. In molti non ci credono, in tanti ci sperano. Che esista o meno, comunque, è vero che può essere beffardo l’insieme di coincidenze che hanno spinto Michael Schumacher a lottare contro la morte negli ultimi anni.
Tutt’oggi, da quel maledetto 29 dicembre 2013, si sa poco o niente grazie al giusto, anzi giustissimo, totale riserbo sulla situazione da parte della famiglia. Ricapitoliamo però il susseguirsi degli eventi.
Una mattina di oltre otto anni fa, durante una discesa con gli sci in un fuori pista innevato di Meribel in Francia, il Campione tedesco cadde e batté violentemente la testa contro una roccia che, complice una videocamera sportiva, mise Michael in una condizione fisica veramente critica dato che l’asta di supporto perforò il casco impattando contro il cranio.
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I presenti compresero quasi subito che si trattava di una situazione davvero grave e viene infatti ricoverato d’urgenza a Grenoble – fu sottoposto ad un’operazione neurochirurgica per grave trauma cranico ed emorragia cerebrale -.
In seguito venne mantenuto in coma farmacologico. Il 16 luglio 2014, sei mesi dopo, il Kaiser esce dal coma e lascia l’ospedale per iniziare un percorso riabilitativo in una clinica privata.
Ad aprile dello stesso anno inizia a risvegliarsi, a riprendere coscienza e ad interagire con l’ambiente che lo circonda, anche se a tempi alterni. Successivamente continua il suo percorso a Losanna in un ospedale che lascerà il 9 settembre e prosegue la sua riabilitazione a casa sua a Gland.
Da quel momento non si sa più niente se non che chi lo ha amato, ma anche chi non lo ha fatto, gli sta vicino come può al grido: Keep Fighting Michael.
In pochissimi conoscono la reale situazione di Michael Schumacher. Tra questi c’è certamente Jean Todt, ex team principal della Ferrari e amico stretto del sette volte Campione del Mondo.
Di sicuro, Michael è ancora vivo anche se si trova ancora in condizioni precarie. Per il numero uno della Fia, però, il merito dei risultati che sono stati raggiunti finora – e che si spera siano soltanto l’inizio – è di Corinna e ovviamente del lavoro dei medici come ha spiegato lui stesso alla Bild.
Grandi meriti quindi per la moglie del Kaiser anche se, ovviamente, la strada è ancora lunga e non mancano di certo gli ostacoli nel cammino. La speranza di Todt è quella che le cose migliorino gradualmente, per quello che è più di un ex collega di lavoro.
Il carismatico francese ha elogiato Corinna anche per gli sforzi messi in campo finora solo ed esclusivamente per l’ex pilota della Ferrari. Non mancano parole al miele pure per l’intera famiglia Schumacher a cui, ovviamente, in questo lungo periodo di difficoltà si è affezionato infinitamente.
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