La Parigi-Dakar, una delle gare storiche più longeve di sempre, che permette ad ogni pilota di partecipare con le auto più strane del mondo.
Se si parla di pericolo, coraggio e gare di Endurance, si pensa subito alle 24h ed al Rally, ma in realtà la gara per eccellenza che racchiude tutto ciò è la Parigi-Dakar.
La gara con ben 43 edizioni, implica un percorso di 10.000 chilometri su strade asfaltate, fangose, sabbiose e sterrate, così da poter testare l’affidabilità dell’auto sotto tutti i punti di vista.
Per ben 17 edizioni la corsa partiva dalla capitale francese (Parigi) per finire una volta arrivati nella capitale del Senegal (Dakar), da cui il nome di questa prestigiosa e storica gara. Successivamente la partenza venne spostata in base alla città ospitante sempre con arrivo a Dakar, mantenendo il nome ormai storico di Parigi-Dakar.
Al momento il record mondiale di vittorie della Parigi-Dakar è di Stéphane Peterhansel con ben 14 trofei, di cui 6 vinti in moto ed 8 in auto.
Questa corsa suicida è conosciuta soprattutto per la sua brutalità verso le auto ed i piloti che vi partecipano, infatti dei 351 piloti arrivano a destinazione più o meno il 75% dei partecipanti.
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La Parigi-Dakar oltre ad essere caratterizzata da un percorso ed una pericolosità unica, è anche teatro di molte auto particolare che nessuno penserebbe mai di far correre in una gara del genere.
Nel corso delle 43 edizioni della gara abbiamo visto migliaia di veicolo diversi, ma alcuni di essi sono veramente speciali e meritano una particolare attenzione.
La Top 10 dei veicoli più strani e particolari della Parigi-Dakar:
La squadra delle 4 Vespa P200E, che nel 1980 parteciparono alla gara, della quale 2 di esse arrivarono al traguardo ma purtroppo oltre il tempo limite consentito. Dotate di un sistema di miscela “automatica” o miscelatore, questi b0lidi anni ’80 erano alimentate da un grande ed affidabile motore 2 tempi da 200 cc con ruota di scorta e accensione a chiave posizionata sul manubrio.
La Rahier Honda Mk2, guidata nel 2009 dal pilota Ivo Kastan con alle spalle 8 Parigi-Dakar, purtroppo non arrivò mai al traguardo ma riuscì a completare diverse tappe. Il suo piccolo motore 146 cc ed il peso non molto contenuto di 180 chili, hanno penalizzato il pilota che credeva fino in fondo alla sua impresa.
La Titano è un prototipo che prese parte alla competizione nel 2015, quando si fermò per un guasto elettrico da cui non si riprese percorrendo soltanto altri 20 chilometri dal primo guasto.
La Renault 4 si può considerare una delle auto più affidabili che abbia mai partecipato, con il suo piccolo motore da 956 cc e 34 cavalli di potenza, classificandosi al quinto posto mondiale e seconda nella gara del 1979. L’anno successivo con alla guida sempre i due fratelli Marreau, conquistarono il terzo assoluto.
La squadra delle 7 Fiat Campagnola che conclusero tutte le tappe vincendone alcune e classificandosi al settimo posto mondiale e terze nella categoria auto. Alimentata da in grande motore 4 cilindri in linea da 1,9 litri che sviluppava 48 cavalli di potenza.
La Rolls-Royce Corniche, che tutto era tranne che una Rolls Royce, infatti il pilota Thierry De Montcorgé modificò talmente tanto l’auto da rimanere dell’originale Rolls solo il nome e la griglia anteriore. Alimentata da un grande e potente motore Toyota e dalla sua straordinaria trazione integrale purtroppo venne espulsa dalla gara per una riparazione non consentita dal regolamento in tredicesima posizione.
La Jules II Proto era un prototipo a 6 ruote guidata anch’essa dal pilota francese Thierry De Montcorgé, che a causa della rottura del telaio si vide costretto a ritirarsi dalla gara e a rinunciare di nuovo all’opportunità di attraversare il traguardo. Alimentata da un grande motore V8 da 3,5 litri di derivazione Chevrolet e accoppiato ad una trasmissione proveniente da una Porsche 935, arrivò solo alla terza tappa africana per poi essere tradito dal telaio.
Le Porsche 959 l’anno seguente al ritiro di tutte e 3 le vetture, ci riprovarono dopo aver investito sulle modifiche da apportare alle auto per non ricadere nella trappola della Parigi-Dakar, vincendo primo e secondo posto grazie a due delle Porsche 959 modificate per l’evento. Alimentata dal motore 6 cilindri Boxer da 2850 cc turbocompresso era stato limitato secondo il regolamento a 400 cavalli di potenza, che gli hanno permesso di vincere l’edizione del 1986.
La Citröen 2 CV del 1963, partecipa nel 2007 alla Lisbona-Dakar, dove fornita dei suoi 2 motori con una potenza complessiva di 100 cavalli e con telaio e sospensioni modificate per l’evento, dovette ritirarsi alla quarta tappa per la rottura della sospensione posteriore.
La Ch’ti Friterie, un Pick-Up Toyota con una potenza di 200 cavalli ed al posteriore una friggitrice industriale, che nel 2009 partecipò alla Parigi-Dakar raggiungendo il traguardo in 58esima posizione, friggendo alla fine della prima tappa ben 7 chili di patatine per tutti.
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Fonte: RedBull
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