Il presidente dell’ACI Angelo Sticchi Damiani si è detto preoccupato per il settore della produzione automobilista a causa della forte spinta ambientalistica avuta all’Europa.
La svolta green che l’Europa sta cercando di imporre in ambito automobilistico potrebbe e non poco l’economia del nostro Paese. A lanciare l’allarme è Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club Italia, che in una intervista a Libero ha spiegato le problematiche economiche a cui andrebbe incontro l’Italia se la spinta ambientalista voluta dall’UE dovesse continuare a prendere piede. Il settore della manifattura automobilistica rappresenta il 20% del prodotto interno lordo della Penisola, dando lavoro a circa 274mila lavoratori.
Il pensiero del presidente dell’ACI è chiaro e semplice: un’auto Euro 6 di seconda generazione inquina poco più di una vettura elettrica. Ma non solo. Costa meno, è più funzionale e garantisce tantissimi posti di lavoro. La svolta green potrebbe infliggere una botta pesantissimo soprattutto al Made in Italy, con marchi come Ferrari, Lamborghini e Maserati che non hanno ancora dato una forte accelerata alla progettazione ecologica e difficilmente lo faranno, considerando la tipologia di automobili prodotte.
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“C’è qualcuno, a Bruxelles, spinto da motivi ideologici. Ha perduto lungimiranza e senso pratico. Mi confortano le parole dei ministri Giorgetti e Cingolani, allo Sviluppo e alla Transizione Ecologica, i quali hanno avuto il coraggio di dire la verità: l’esagerata spinta ambientalista è un killer per l’economia e brucerà milioni di posti di lavoro, perché senza passaggi graduali e studiati ci sarà un bagno di sangue. Io lo dico da tre anni e non vengo ascoltato”.
Queste le parole di Sticchi Damiani molto preoccupato per il destino a cui potrebbe andare incontro l’economia italiana a causa di queste decisioni che sta prendendo l’Europa. Solo nella fase della costruzione, si impegnano oltre 5mila imprese che potrebbe trovare grandi difficoltà a causa della svolta green. E allora la domanda sorge spontanea: continuare sull’ecologico o affiancarlo alla normale produzione di auto Euro 6?
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