Il suo unico obiettivo era la velocità e l’aerodinamicità. Ma vennero costruiti solamente tre esemplari
Doveva battagliare in pista contro la McLaren F1 GTR. Quel bolide che montava un motore BMW e che sbaragliava ogni concorrenza. La Ferrari F50 GT, però, non vide mai la pista, lasciando un oceano di rimpianti e di aspettative mai soddisfatte.
La F50 GT, partendo dalla base della F50, fu pensata per le competizioni nella classe Gran Turismo internazionale. La Ferrari realizzò tre unità con l’ausilio della Dallara e della ATR ma tutto il lavoro di sviluppo arrivò dalla Ferrari stessa.
Sul piano estetico gli elementi più visibili rispetto alla vettura stradale erano una presa d’aria sul tetto, una diversa ala posteriore con supporto centrale e l’estrattore posteriore. Il motore dimensionalmente era lo stesso della F50, la frizione aveva dischi in carbonio e il cambio era con comando sequenziale.
Costruita nel 1996, la vettura ottenne tempi notevoli sulla Pista di Fiorano ma il progetto non ebbe seguito per la necessità della Casa, in quel periodo, di concentrare tutte le proprie energie sulla ripresa della Formula 1. Fu Nicola Larini, collaudatore delle vetture Ferrari di F1, a collaudare il prototipo di F50 GT sul Circuito di Fiorano, e la vettura segnò tempi sul giro più veloci della Ferrari 333 SP che aveva 100 cavalli in meno.
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La Ferrari F50 GT montava un potentissimo motore V12, 4698.50 cm3 di cilindrata, 551 kW di potenza massima per 739 CV. La F50 GT poteva toccare i 376 chilometri orari. E poteva passare da 0 a 100 chilometri orari in 2,9 secondi. Una berlinetta a due posti che doveva sfrecciare davanti a tutti, ma che non ha potuto dimostrare il proprio valore.
Lunga 4578mm, larga 1986mm e con un’altezza di 1092mm. Il telaio era monoscocca in fibra di carbonio, freni a disco, cambio 6 rapporti + RM, sequenziale. Il serbatoio aveva una capacità di 100 litri. A secco, pesava 860 chilogrammi.
Il suo unico obiettivo era la velocità e l’aerodinamicità. Per questo, la Ferrari spogliò l’abitacolo di tutto quello che non era considerato necessario. In primis il condizionatore.
La Ferrari decise comunque di non metterla in produzione, e solamente tre esemplari furono costruiti. L’arrivo di particolari vetture omologate come la Porsche 911 GT1 nella BPR Global GT Series spinse la Ferrari a non proseguire con il progetto.
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