E sarebbe l’ennesima stangata su chi ha progettato le proprie vacanze pensando di muoversi con il proprio mezzo
A poco, al momento, sono valse le rassicurazioni del Ministero dei Trasporti. Fin quando non arriverà un provvedimento ufficiale da parte del Governo, gli automobilisti non possono dormire sonni tranquilli. L’incubo dell’aumento sul costo dei pedaggi autostradali, infatti, è ancora concreto.
Il 31 luglio, infatti, scade il congelamento del costo dei pedaggi autostradali stabilito dal Decreto Milleproroghe, varato alla fine di dicembre del 2020. E, ancora, non vi è stato un atto formale con cui l’Esecutivo guidato da Mario Draghi abbia deciso per il prolungamento della misura. Quindi il rischio c’è.
Il decreto Milleproroghe ha disposto la sospensione di qualsiasi adeguamento tariffario dei pedaggi sulla quasi totalità (il 98%) delle tratte autostradali in concessione. Ma ora questa misura sta per scadere. Proprio nel bel mezzo della stagione estiva. Con gli italiani che hanno voglia di ferie e di viaggi, dopo la sofferenza causata dal Coronavirus.
E sarebbe l’ennesima stangata su chi ha progettato le proprie vacanze pensando di muoversi con il proprio mezzo. Che sia un’automobile. O una moto. Oppure un camper. Anche perché andrebbe a sommarsi ai già drammatici rincari sul costo di benzina e gasolio. Insomma, la vacanza toccherebbe cifre altissime. Che in un periodo di ristrettezze non tutti possono permettersi.
Le tariffe autostradali praticate in Italia sono già tra le più alte d’Europa, seconde solo a quelle della Francia. E, peraltro, lo stato delle nostre autostrade quasi mai giustifica un esborso così importante, visti i continui rallentamenti, cantieri, code e disagi oramai quotidiani su tutta la rete.
Le associazioni di categoria e che difendono i consumatori sono sul piede di guerra. E, forse, questa mobilitazione potrebbe aver smosso qualcosa. Il Ministero dei Trasporti, infatti, nelle ultime ore ha smentito la circostanza paventata da alcune associazioni.
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A partire dall’1 agosto, quindi, dovrebbe rimanere invariato il blocco degli aumenti. Non rendendo, quindi, infernale la voglia di ferie degli italiani. Sarà davvero così?
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