Ha impiegato ben 17 anni per riuscirci. Ma non si è mai arreso. Alla fine può dire con orgoglio di avercela fatta. Ora ha anche lui una “Lamborghini”
Il lavoro e l’impegno alla fine pagano. Ci sono voluti ben 17 anni, ma il risultato finale è arrivato. Un cittadino americano ha infatti riprodotto una Lamborghini Countach all’interno della propria abitazione.
La perseveranza di Ken
Lui si chiama Ken Imhoff. Ha impiegato ben 17 anni per riuscirci. Ma non si è mai arreso. Alla fine può dire con orgoglio di avercela fatta. Ora ha anche lui una Lamborghini Countach. Una riproduzione, ok. Ma la fatica e l’impegno la rendono bella come se fosse un’originale.
Come la maggior parte di noi comuni mortali, infatti Ken Imhoff non poteva permettersi una Lamborghini. E, allora, se l’è costruita. Il laboratorio di costruzione è stato il suo seminterrato. E, alla fine, pezzettino dopo pezzettino, Ken ce l’ha fatta.
E adesso sembrano lontani i primi giorni di lavoro, quando partì da un telaio di legno. Poi arrivarono i pannelli in alluminio. E allora, la modellazione dei componenti, tra cui il paraurti o le ruote verniciate a mano dallo stesso Ken Imhoff. La riproduzione della Lamborghini Countach monta un motore è un V8 Ford Cleveland Boss 351 da 514 cavalli.
Dopo 17 anni di lavoro, Ken Imhoff ha completato l’opera ed è pure riuscito a venderla. L’acquirente ha dovuto sborsare quasi 90mila dollari. Così Ken si è ripagato anche materiali e manodopera, realizzando una plusvalenza. Negli anni, infatti, ha speso circa 65mila dollari per la realizzazione.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> 50 anni fa nasceva la prima vera supercar “copiata” in tutto il mondo
La Lamborghini Countach
Certo, cifre irrisorie rispetto al valore dell’originale. La Lamborghini Countach è infatti una iconica autovettura sportiva prodotta dalla casa automobilistica italiana dal 1971 al 1990. La Countach fece conoscere a tutto il mondo la carrozzeria con lo stile a cuneo. Nel 2004 la rivista Sport Car International ha classificato la Lamborghini Countach al terzo posto tra le Top Sport Cars degli anni settanta, e al decimo posto in quelle degli anni ottanta.
La vettura era molto larga e bassa, appena sopra il metro. Caratterizzata per le sue linee diritte e ad angolo. La peculiarità fondamentale della vettura era data dalle porte che, incernierate sul davanti, si aprivano ruotando verso l’alto. La carrozzeria della vettura era realizzata con pannelli trapezoidali di alluminio, utilizzati anche nelle costruzioni aeronautiche, montati su un telaio tubolare in acciaio. Le parti inferiori della carrozzeria erano realizzate in fibra di vetro. Il gruppo fari anteriore era a scomparsa.
Il motore che doveva essere montato sulla vettura era il famoso Lamborghini V12 portato alla cilindrata di 4 971 cm³. Ma poi si optò per il V12 da 3 929 cm³, già montato trasversalmente sulla Miura e adattato alle nuove specifiche.
Ebbe, come tutte le autovetture sportive, diverse versioni. Nessuna, però, unica e sofferta come quella realizzata da Ken Imhoff.