Riceve una multa per eccesso di velocità: ma ha una Dacia e non una Ferrari

A bordo di una Dacia avrebbe toccato i 180 chilometri orari in un tratto in cui sarebbe quasi impossibile farlo.

Autovelox
Il tutor “impazzito” (Getty Images)

Disavventura per una donna in provincia di Brescia, che si è vista recapitare una multa di 860 euro per eccesso di velocità. Ma il tutor installato su quella arteria sarebbe “impazzito”. Ecco la sua difesa.

La paura fa 90

Dacia marchio
La disavventura a bordo di una Dacia (Getty Images)

La donna ha ricevuto una multa per eccesso di velocità. Secondo la “accusa” che le viene mossa, avrebbe superato i 180 chilometri orari in un tratto della tangenziale sud tra Brescia e Rezzato. A bordo della propria Dacia. Non propriamente una Ferrari. Peraltro, quel tratto di strada non consente certo di raggiungere velocità così elevate. A prescindere dal veicolo.

Eppure, la donna si è vista recapitare una multa. Il tutor installato avrebbe rilevato che la velocità media di 95 chilometri orari, ridotta a 90 chilometri orari per tolleranza di 5 km/h, avrebbe superato di 90 km/h il limite massimo imposto. Ma qualcosa non quadra.

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La stangata

ricorso autovelox
Autovelox fisso (Pixabay)

Il SICVE (Sistema informativo per il controllo della velocità), detto anche Safety Tutor oppure semplicemente Tutor, è un sistema per la misurazione della velocità media dei veicoli introdotto in Italia nel 2004 inizialmente su alcuni tratti della rete di Autostrade per l’Italia e sue controllate.

La donna ha subito allertato la Polizia Municipale, che avrebbe ammesso l’errore di calcolo da parte del tutor. Nonostante lo sfogo pubblico della automobilista, che ha invitato tutti a segnalare eventuali anomalie, al momento la sanzione rimane. E non si tratta soltanto della cospicua somma da dover pagare, 860 euro. Ma anche del “taglio” di ben dieci punti dalla patente di guida. E, infine, sospensione della patente stessa da sei mesi a un anno.

Insomma, una stangata. Che la donna potrà evitare, adesso, solo con un reclamo alla Prefettura. Ma c’è il forte rischio che altri automobilisti possano essere caduti nella “trappola” del tutor impazzito.

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