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Auto

Quando l’auto va (quasi) da sola: i sistemi di assistenza alla guida

Corsa serrata per i sistemi più avanzati. Ma così non si delega troppo alla tecnologia e troppo poco al conducente?

Interni Alfa Romeo Stelvio (alfaromeo.it)

Hill holder. Traffic sign recognition. Cruise control. Sono solo alcune delle diciture che ormai abbiamo imparato e leggere e conoscere quando leggiamo la presentazione di un’autovettura. E, soprattutto, se siamo interessati ad acquistarla. Sono i sistemi di assistenza alla guida. Tecnologie che, sempre di più, fanno la differenza tra un’auto e l’altra. 

Corsa verso l’evoluzione tecnologica

Gli interni della Toyota Mirai (da Toyota)

Tra le case automobilistiche ormai c’è una concorrenza serrata nel progettare strumenti sempre più tecnologici e sofisticati. Per qualcuno, però, il rischio è che possa essere delegato sempre di più il compito della guida non all’automobilista. Ma alla tecnologica. I sistemi di assistenza dovrebbero invece solo coadiuvare il conducente nella guida, offrendo maggiore comfort e aumentando la sicurezza.

Tra i sistemi più noti, i sensori che registrano i limiti di velocità, la distanza da altri veicoli e la segnaletica stradale. Anche i dati GPS e le informazioni del sistema di navigazione confluiscono nel processo. Tali informazioni possono essere utilizzate per avvertire il conducente in caso di situazioni di pericolo tramite segnali acustici o ottici.

L’hill holder, per esempio, è un’assistente per la partenza in salita. Quando il conducente lascia il freno per mettere in moto, l’asse posteriore trattiene il veicolo per un breve periodo. L’assistente alla guida lo rilascia poi alla partenza. Oppure, il Traffic Sign Recognition che aiuta tramite un sistema di telecamere che scansiona i segnali stradali e trasmette al display i dati elaborati. In questo modo la segnaletica stradale viene visualizzata direttamente sullo schermo. Anche se il conducente non ha fatto in tempo a leggere un cartello.

Il sistema pre-crash avverte in caso di rischio di collisione e può causare l’arresto completo del veicolo prima che avvenga una collisione con un ostacolo, una persona o un altro veicolo. Molto utile per gli automobilisti più disattenti.

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Chi guida l’auto?

Interni del Ford Bronco Sport 2021 (ford.com)

Molte tra queste tecnologie, sempre più spesso si sostituiscono al conducente del veicolo. L’assistenza al mantenimento della corsia e della sterzata riporta il veicolo nella carreggiata e assiste così nelle sterzate. In alcuni casi – e fino a determinate velocità – è quasi un “pilota automatico”.

Tra le diciture più famose, il cruise control. Consente di selezionare la velocità di viaggio desiderata. Il cruise control può adattare elettronicamente la velocità all’ambiente circostante e correggere di conseguenza la potenza del motore. Strettamente collegato è il controllo della distanza di sicurezza: con una velocità desiderata preimpostata, questo sistema di assistenza alla guida si orienta secondo il veicolo precedente e frena o accelera automaticamente. In base alla distanza dal veicolo precedente.

Fin troppo didascalica la funzione del limitatore di velocità. Combina il controllo della distanza con il rilevamento dei limiti di velocità. Il sistema esegue la scansione dei segnali stradali con una videocamera. Particolarmente utile per non incorrere nei temuti autovelox.

Quasi comico, ma comunque utile, l’assistenza al parcheggio. Tramite questa funzione, si eviteranno fastidiose ammaccature, sul lato anteriore e posteriore. Il park pilot di solito avverte il conducente della distanza da oggetti nell’area circostante tramite un segnale acustico, coadiuvando così chi guida. Ma, qualcuno si chiederà: non esistono per questo le scuole di guida?

Claudio Rossi

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