Fu un grande successo e consentì alla Porsche di superare la grave crisi finanziaria in cui si trovava in quel periodo.
Dal 1976 al 1985 è stata una antesignana. La Porsche 924, infatti, è stata la prima Porsche prodotta con motore anteriore raffreddato a liquido e con il raffinato schema trasmissivo transaxle. Quando andò in pensione, nel 1985, era stata venduta in 124.237 esemplari.
Coupé a due porte in configurazione 2+2 posti, la 924 rimpiazzò la 914 come modello entry-level, e fu il modello che di fatto negli USA mandò in pensione la 912. La concorrenza di Porsche usava già da tempo la propulsione anteriore. Ma la casa automobilistica tedesca sperimentò tutto per la prima volta con la Porsche 924. Fino ad allora aveva sviluppato solo macchine a motore posteriore o motore centrale.
Fu un grande successo e consentì alla Porsche di superare la grave crisi finanziaria in cui si trovava in quel periodo. Autovettura fondamentale, quindi, per il marchio tedesco. Il declino iniziò nel 1982, quando fu sostituita dalla 944. Continuò comunque a essere prodotta fino al 1985. In quell’anno arrivò anche la 924S, sostanzialmente basata sulle ultime 924 ma con il telaio della 924 Turbo e il motore 2,5 litri della 944, depotenziato a 150 cavalli.
Vista pochissimo in Italia, a causa di un regime fiscale che danneggiava le auto con cilindrata superiore ai due litri. La Porsche 924 fu uno dei modelli più apprezzati di sempre, che generò grandi introiti non solo per il successo di vendite ma anche per il fatto che era relativamente economico da produrre, almeno secondo lo standard Porsche.
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L’auto sviluppò un sistema di trasmissione tali da poter utilizzare un nuovo motore due litri quattro cilindri in linea a benzina, sviluppato a partire dal basamento di un motore analogo per cilindrata utilizzato in altri modelli Volkswagen. Sviluppato proprio grazie all’intervento di Volkswagen.
La Porsche si occupò anche dello sviluppo dell’intero telaio e del design degli interni. Nacque così una coupé dalle dimensioni importanti (oltre 4 metri e 20 centimetri), caratterizzata dalla trazione posteriore e dallo schema transaxle che permise di ottenere un ottimo bilanciamento dei pesi fra anteriore e posteriore (52%/48%).
E, comunque, non costava mica poco. In Italia, a titolo di esempio, nel 1982 la 924 costava a listino 18.579.000 lire: la più cara delle concorrenti, l’Alfetta GTV 2000, costava 14.809.000 lire. Insomma, erano le caratteristiche che la facevano preferire. Anche se le prestazioni suscitarono malumori tra gli appassionati. Porsche, infatti, limitò volutamente le prestazioni del motore aspirato per non creare sovrapposizioni con l’allora modello base della 911, il 2.7 da 150 cavalli.
La Porsche 924 Turbo nacque proprio per soddisfare le richieste degli appassionati. Siamo nel 1978. Rivista in tutto: dal motore, al telaio, ai freni e all’aerodinamica. La produzione della 924 Turbo si concluse in anticipo, nel 1982 (1983 per il mercato italiano), per far spazio alla nuova 944 che inizialmente aveva prestazioni inferiori.
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