Che fine ha fatto uno dei miti del motociclismo mondiale? Kevin Schwantz e la sua nuova vita in campagna.
Quando parliamo di Kevin Schwantz lo facciamo con la massima riverenza possibile, essendo l’americano un mito del motociclismo. Amato in tutto il mondo, il kamikaze come lo si solveva chiamare, andava spesso e volentieri oltre il limite con la sua Suzuki, e infatti tante sono state le cadute che ne hanno contraddistinto la carriera.
Celebri, poi, le sue rivalità, su tutte quelle con Doohan e Rainey, contro i quali le battaglie sono state epiche. Proprio il secondo, a causa di un incidente a Misano 1993, fu costretto a rimanere in sedia a rotelle per il resto della vita, e questo diede la possibilità a Schwantz di vincere il titolo, senza purtroppo concorrenza.
L’anno dopo, però, il texano vince solo due gare e il mondiale va a Doohan, e poi nel 1995, arriva il momento di dire addio. A soli 31 anni, il grande Kevin decide di mollare, per poi dedicarsi alla NASCAR a partire dal 1996, fino al 2002.
Ad oggi, rimane uno degli sponsor viventi di Suzuki, nonché sinonimo di grande motociclismo. Chiaramente, Schwantz è meno in vista adesso, ma comunque anche solo spulciare i suoi profili social, ci fa immergere in quell’atmosfera mitica che portava nel paddock.
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L’UTV texano di Schwantz
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Kevin Schwantz è diventato un vero e proprio uomo di campagna. Infatti, come si evince dalla foto, lo si può vedere accanto ad un UTV (Utility Terrain Vehicle), che è stato prodotto dall’azienda Can-Am e venduto da TexasTractorCountry.
L’UTV in questione è un Defender Max XT HD8, che è adattissimo per il lavoro contadino. Infatti, il kamikaze si è parecchio calmato, e adesso conduce una vita molto meno pazza e al limite, anche perché in campagna non si può andare oltre. Ed il suo ranch ha sempre bisogno di molte cure.
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Il mezzo è uno dei migliori in assoluto per affrontare i percorsi sterrati o anche lavorare la terra, in quanto può portare molto peso sia a livello di capienza, che a livello di traino. Anche il motore è potente, con 82 cavalli, i quali sono buoni pensando a dove deve lavorare.
Kevin Schwantz, dunque, non ha abbandonato del tutto il mondo del motorsport, essendo ancora sinonimo di Suzuki. Certo, i bei vecchi tempi in cui era un “pazzo” temerario sono finiti, ma il mito aleggerà sempre nel paddock del motomondiale e nel cuore dei tifosi.