Nel corso degli ultimi decenni la F1 è sempre andata a programmare i limiti alle spese e ai costi, ma gli incidenti non si possono prevedere.
La F1 negli ultimi decenni è cambiata profondamente. Dal tragico weekend di Imola del 1994, in cui Barrichello finì all’ospedale, mentre morirono prima Ratzenberger e poi Senna, tutto è cambiato, non solo per quanto riguarda la sicurezza.
Infatti, quella fu la prima area interessata nell’espansione dei costi, per salvare la vita dei piloti. Tuttavia, a quell’aumento di spese, corrispose una limitazione sempre maggiore dei costi nelle altre aree, fino ad arrivare alla situazione odierna.
Ad oggi, c’è un budget cap che le varie scuderie devono rispettare, ed è fissato a 145 milioni di dollari, 140 dall’anno prossimo. In questi soldi, vanno a rientrare anche i costi per eventuali pezzi rotti negli incidenti, il che fa lievitare i problemi di denaro.
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F1, i costi dei vari componenti
Come detto, quindi, i costi per riparare la macchina dopo un incidente sono limitati, ma effettivamente a quanto equivalgono? Chiaramente essi cambiano a seconda dei componenti interessati. Ad esempio, se si danneggia il telaio il costo si aggira intorno al milione, mentre per le ali sia al posteriore che all’anteriore, si parla di mezzo milione.
Inutile dire, poi, che i pezzi più costosi in assoluti sono quelli appartenenti alla Power Unit, la quale in totale costa sui 12 milioni di dollari. Certamente, gli incidenti possono compromettere questo o quell’altro componente, e una scuderia è costretta a spendere una parte dei soldi per ripararlo.
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Tra l’altro, però, la F1 ha previsto anche dei costi in comune che le varie scuderie possono sopportare. Stiamo parlando degli OSC (Open Source Components), ovvero pezzi che i team condividono, ma che non possono avere un impatto sulla prestazione della monoposto.
La F1, dunque, negli ultimi anni è andata sempre più nella direzione di contenimento costi, dopo aver giustamente espanso la spesa relativa alla sicurezza. Tuttavia, alle volte sarebbe meglio dare via libera all’ingegno degli ingegneri piuttosto che cercare di uniformare una categoria, in cui da 8 anni, vince solo e sempre una squadra.