La strategia di Nissan per uscire dalla crisi è a due facce: da una parte si interrompono le fabbriche, dall’altri si installano nuovi impianti.
La crisi economica causata dalla pandemia mondiale ha colpito tutto il settore dell’automotive, e alcune aziende che già prima del Covid-19 erano in rosso, adesso rischiano parecchio. Tra di esse c’è anche un gigante mondiale delle auto, ovvero Nissan.
A inizio maggio vi avevamo detto delle quote vendute dalla casa giapponese in Daimler, per avere capitale fresco da poter reinvestire in qualcosa di lucroso. Adesso, si capiscono maggiormente le intenzioni di quell’azione.
La strategia di Nissan, infatti, si può dire che è a due facce. Da una parte non si arretra sull’elettrico, con la progettazioni di nuovi impianti per le batterie in alcuni paese, mentre dall’altra parte si interrompe il lavoro di alcune fabbriche, su tutte quella di Cuernevaca in Messico. Del resto, nonostante gli ottimi risultati nel paese Nordamericano, la produzione persa è stata comunque importante, e deve essere recuperata.
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Come detto, Nissan se da una parte vuole recuperare la produzione persa a livello globale, non solo in Messico, dall’altra ha dei piani ben precisi per l’elettrico. Infatti, in Inghilterra è al momento in costruzione una gigafactory che dovrebbe essere finita entro il 2024, e che sarà un importante centro per le automobili a batteria del marchio giapponese.
In particolare la scelta del paese governato da Boris Johnson non è casuale, anzi, la Nissan vuole fare di esso il proprio punto di riferimento al di fuori dell’Asia. Chiaramente si tratta di un accordo vantaggioso per entrambe le parti, perché questo garantirebbe nuovi posti di lavoro per i britannici.
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Ancora, la casa giapponese è interessata anche alla costruzione di un’altra gigafactory, però in Giappone. Qui l’avanzamento dell’elettrico è grande, e quindi c’è bisogno di un nuovo impianto in cui convogliare maggiormente gli sforzi per le auto green.
Nissan, dunque, porta avanti una strategia a due facce, diversificata, che si dirama tra lavoratori e elettrico. Importante è la costruzione della nuova gigafactory in Inghilterra, ma altrettanto fondamentale è certamente pensare al futuro del mondo del lavoro e dei lavoratori, per evitare l’onda lunga/lunghissima, della crisi portata dalla pandemia.
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