Lo strano caso dei motori in prestito: Mercedes monta Renault

Un elenco lungo di accordi, partnership e scambi. Da sempre le case automobilistiche mettono in atto un mercato “interno” ed “esterno” dei motori. Alcuni casi sono eclatanti. Scopriamoli insieme

Officina meccanico
Lavori intensi nelle officine (Getty Images)

 

Un Renault-Nissan su Mercedes o un BMW su Range Rover.  Sono solo due esempi. Ma l’elenco potrebbe essere lunghissimo. Sono molteplici i casi di motori sviluppati da case automobilistiche che poi vengono montati da altri marchi. E non si tratta solo di scambi appartenenti agli stessi gruppi.

Accordi e disaccordi

BMW elettriche Hans Zimmer
BMW (fonte foto Getty Images)

Non si tratta di certo di cortesie tra “colleghi”. Ma di patti, sinergie e strategie, affari, talvolta molto redditizi. La tendenza allo scambio di propulsori tra case automobilistiche diverse e, spesso, rivali, è una pratica sempre crescente nell’ambiente. Vi sono infatti brand maggiormente specializzati in determinati tipi di motori, che possono aiutare a colmare i gap di altre case automobilistiche.

E’ il caso dei motori diesel, quelli maggiormente interessati da questo mercato di scambio. Le case automobilistiche orientali, infatti, hanno dovuto correre ai ripari per rimanere al passo del mercato europeo. E molto spesso conviene di più comprare un prodotto già pronto, anziché produrselo in casa. Il tutto, ovviamente, lautamente pagato. In denaro o attraverso scambi alla pari. Un po’ come il calciomercato, che porta spesso club e società che si detestano a fare affari. Tutti convinti di averci guadagnato.

Negli ultimi anni, il mondo delle case automobilistiche ha vissuto un rimescolamento. Mega gruppi hanno acquisito diversi brand e, quindi, aziende un tempo indipendenti sono finite sotto il medesimo controllo. In quel caso, quindi, non devono e non possono stupire gli scambi. Che possono essere considerati a tutti gli effetti “interni”.

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Qualche esempio

non prendermi per il chilometro
Odometro Mini One 1.4 (xmotori.it)

A partire dal 2002 il motore BMW V8 N62 è finito sotto il cofano della Range Rover. Questo perché la casa bavarese da sempre è specializzata nei motori a 6 e 8 cilindri. Ma questo è proprio uno di quegli scambi interni. Nel 2002, infatti, la casa di Solihull era già in orbita Ford. E lo sviluppo e l’industrializzazione del modello risalivano ancora al periodo in cui era la BMW a possedere l’intero pacchetto Gruppo MG-Rover.

Quello stesso propulsore V8, però, è andato a equipaggiare anche due “concorrenti esterni”. La Morgan Aero 8, prima supercar moderna della factory di Malvern Link. E poi la la Wiesmann GT. Una tendenza che ha riguardato e riguarda l’Europa, ma anche le case d’oltreoceano. Il motore Chevrolet ha portato per esempio i suoi 129 CV sotto il cofano della Cruze. Mentre fino al 2005 ha fornito la Honda Civic.

Un elenco lunghissimo, insomma, in cui il caso più eclatante è quello che riguarda Mercedes. La collaborazione con Renault-Nissan il propulsore 1,5 (con alcune modifiche) ha fatto le fortune di 160 e 180 CDI, poi “d”, delle Classe A, Classe B e CLA. Eravamo nel 2010.

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