Alla fine del 2013 il drammatico incidente sugli sci per Michael Schumacher. Ma Jean Todt non l’ha mai lasciato solo. L’ex manager della Ferrari incontra il campione tedesco due volte al mese. E racconta
“Vedo Michael Schumacher due volte al mese”. Così Jean Todt in un’intervista al Corriere della Sera. L’ex direttore e amministratore della Ferrari ha sempre avuto un rapporto intenso, che va oltre quello professionale, con il campione tedesco. E dopo tanto tempo, ci dà qualche informazione in più sulle condizioni di Schumacher.
Vincitore di sette titoli mondiali. I primi due con la Benetton (nel 1994 e nel 1995). Poi il lungo dominio in Ferrari con cinque vittorie dal 2000 al 2004. Schumacher è unanimemente riconosciuto come uno dei piloti più forti che la Formula 1 abbia mai avuto. Il ritiro definitivo nel 2012, però, non è la peggiore notizia che i suoi tifosi abbiano avuto.
Un anno dopo, il 29 dicembre del 2013, Schumi è rimasto vittima di un gravissimo incidente. Durante una discesa di sci a Méribel, in Savoia (Francia) Schumacher cade, batte violentemente la testa contro una roccia. L’asta della telecamera installata sul caschetto protettivo riesce a perforare anche il cranio del campione. Viene quindi sottoposto a un delicato intervento chirurgico e rimane per circa sei mesi in coma farmacologico.
Ma è da quel 29 dicembre 2013 che nessuno ha più visto pubblicamente Schumacher. L’iridato ha avviato un lungo percorso riabilitativo per riacquisire le facoltà neurologiche. Prima in una clinica di Losanna. Poi in casa, a Gland. Ad accudirlo, la moglie Corinna che non lo ha mai abbandonato.
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E anche i tifosi non lo hanno mai dimenticato. E, nonostante il tempo sia trascorso e le notizie sempre molto diradate nel tempo e frammentate, non si è mai spenta l’attenzione su di lui. Ora è il manager e l’amico di sempre, Jean Todt, ad aggiornarci sulle condizioni del campione.
Todt ha raccontato al Corriere della Sera del proprio rapporto personale con Schumacher. Del ricordo dei tempi vincenti. Ma anche del dolore per la situazione che da anni vive il campione con la sua famiglia. “Ma non lo lascio solo” ha detto.
Una lunga e vincente carriera, iniziata all’età di quattro anni sui kart, ha consegnato Schumacher alla storia della Formula 1. Ma del mondo dei motori, più in generale. Proprio recentemente, nel Principato di Monaco, dove si corre uno dei gran premi più iconici della Formula 1, un’iniziativa per omaggiare Schumi. Rosland Capital, società che si occupa di coniare monete da collezione, ha creato una speciale moneta d’oro dal peso di un chilogrammo dedicata all’ex ferrarista. La moneta è stata battuta all’asta con i proventi destinati alla Caudwell Children, fondazione che sostiene i bambini disabili e le loro famiglie.
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